martedì 26 giugno 2012

L'ennesimo imbecille laureato

Se parla di pubblici dipendenti, allora sono daccordo ma se parla di privati, bhe... ee anche potessi, perchè mai dovrei ridurre il mio tenore di vita? Per mantenere uno stato leviatano che prende e non restituisce il giusto? Signor polillo, dia il buon esempio, se lo riduca lei il tenore di vita e lavori più di undici mesi l'anno ma si ricordi anche di ridursi lo stipendio e di rifiutare la pensione.

Un commento: "Egregio Dottor Polillo, Le porto il mio caso: lavoro nel privato e faccio al massimo 3 settimane di ferie l'anno, per la precisione 2 ad agosto e una a Natale. Equivalgono a 11 mesi ed una settimana lavorati. Vogliamo togliere le malattie che ogni tanto mi permetto di fare e qualche permesso per inderogabili necessità? Va bene, arrotondiamo a 11 mesi. Ora, per mettere insieme 3 mesi di ferie l'anno, devo sommare la media ferie degli ultimi 3 anni. Oltretutto, non ho mai conosciuto né conosco nessuno che si assenti per 3 mesi l'anno. Potrebbe spiegarci a chi si riferisce, dottor Polillo? Chi lavora solo 9 mesi? La settimana in più la posso fare: sarò al lavoro, quindi niente acquisti, niente consumi, niente soldi ai negozi. E' sicuro, dottor Polillo, che facendoci restare al lavoro si aiuti l'economia? E se nessuno compra, a chi gioverebbe una settimana in più di produzione? Solo al valore delle rimanenze finali di magazzino, credo... "



"O noi lavoriamo di più o questo livello salariale medio è insostenibile". È la ricetta dei tecnici. E la enuncia il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo, che durante una tavola rotonda organizzata da Business International mette in chiaro le cose. L'Italia ha due possibilità: o si consuma di meno o si decide di lavorare di più. Ad ogni modo, qualunque sia la scelta, bisogna ridurre il nostro tenore di vita. La via maestra? Polillo insiste: bisogna rimanere una settimana di più sul posto di lavoro. Il sottosegretario poi, a margine del convegno, risponde a una domanda relativa al licenziamento degli statali. E non usa mezzi termini: "Bisogna usare le norme che ci sono, come quelle sulla mobilità". La possibilità di mettere in mobilità i dipendenti per due anni, in caso di eccedenza di personale, esiste già. Il punto, secondo Polillo, è che non è mai stata sfruttata appieno. Dopo due anni di mobilità - ha ricordato il sottosegretario - i lavoratori in esubero, come da norma, devono accettare una nuova destinazione. E in caso non la accettino potrebbero essere licenziati. Attualmente, ha però sottolineato, nella spending review i tagli sono limitati ai vertici dirigenziali del ministero dell'Economia e della presidenza del Consiglio. In discussione anche eventuali ulteriori tagli che andrebbe a toccare la spesa sanitaria, sui quali ancora non si è deciso: "Ci sono quelli previsti, 2,5 miliardi nel 2013 e 2,5 miliardi nel 2014 e questi già comporteranno sacrifici, speriamo di non tagliare di più, ne stiamo discutendo". Il problema, a sentire Polillo è che la spesa "è cresciuta velocemente negli ultimi anni". Niente di eccessivo. Anzi, la crescita è sotto quella di altri paesi dell'Ue, "ma abbiamo un problema di compatibilità: un servizio di qualità a costi contenuti, si tratta di una missione quasi impossibile".

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