domenica 3 giugno 2012

Milanistan




La chiamavano «soluzione provvisoria». Con la prossima proroga, i fedeli musulmani raggiungeranno un anno di preghiera sotto la moschea-tendone montata nell’ottobre scorso dal Comune di fianco al Palasharp, zona Lampugnano. Il conto per i primi tre mesi era stato di novantamila euro, a carico dei milanesi. Bisognava pagare sia l’installazione che l’affitto della tensostruttura fornita dalla ditta Tensotend spa. L’«emergenza» non è finita a gennaio, tant’è che «per il tempo strettamente necessario», come aveva spiegato il vicesindaco Maria Grazia Guida, la concessione dei due tendoni a inizio anno è stata allungata per altri cinque mesi. La spesa è visibile a tutti sull’Albo pretorio: altri novantamila euro per il periodo 11 gennaio 2012-10 giugno 2012, ossia domenica prossima. Nei giorni scorsi il consigliere leghista Alessandro Morelli, mentre si discuteva di tagli al Bilancio 2012, ha avvertito: «Tra pochi giorni termina la copertura dei costi d’affitto e la giunta, che solo quest’anno ha già buttato dalla finestra 90mila euro dei milanesi non sa ancora che pesci pigliare. Non penserà di spendere altri soldi? Sta diventando una tassa di scopo pro-moschea». I tecnici in realtà stanno definendo solo la nuova convenzione, «dovremo prorogare ancora l’affitto della tensostruttura vicino al Palasharp - ammette l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli -, immagino che sarà l’ultima volta». Ma almeno per altri cinque mesi, e «presumibilmente si spenderanno ancora 90mila euro». Fanno circa 500 euro al giorno, ma è facile intuire che la spesa per l’utilizzo effettivo salirebbe esponenzialmente contando che i fedeli si recano a Lampugnano per la preghiera del venerdì.

Era stato il prefetto nel 2008 a dichiarare l’emergenza, per evitare l’occupazione dei marciapiedi di viale Jenner il venerdì aveva imposto il trasloco al Palasharp, senza oneri per il Comune (il centro islamico pagava un affitto per le giornate di affitto al gestore dell’impianto). Quando è iniziato lo smantellamento del palazzetto lo scorso ottobre, la giunta di sinistra si è fatta carico di quello che il vicesindaco aveva definito un «servizio di accoglienza». Il Comune affitta il tendone, il Centro islamico paga le utenze e l’occupazione del suolo pubblico. «Con lo strumento del Pgt troveremo una soluzione definitiva - spiega Granelli - ma l’approvazione del Piano in aula è arrivata solo una settimana fa». Dunque: avanti con la terza proroga, che formalmente dovrebbe essere confermata dalla giunta nella seduta di venerdì prossimo. E la moschea di Lampugnano potrebbe ospitare anche la festa di «Aid al fitr», la festa con cui il 19 agosto si chiuderà il Ramadan. I 14 centri islamici che aderiscono al Caim (il coordinamento delle moschee milanesi) hanno deciso per la prima volta di unirsi per una grande preghiera collettiva. Il luogo «è da definire - spiega il portavoce Davide Piccardo - ma potrebbero arrivare decine di migliaia di fedeli». La Casa della cultura islamica di via Padova invece celebrerà da sola la fine del Ramadan.

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