sabato 30 luglio 2011

Su Borghezio; libertà di pensiero e opinione? Quale?

Di tanto in tanto, comincio i post con un commento preso a caso, e dunque, parto proprio da un commento: "Borghezio ha espresso un OPINIONE su delle IDEE e NON un CONSENSO SUL METODO adottato da Breivik. Questo significa che chi lo condanna, lo estromette, lo demonizza vuole solo far prevalere la propria opinione o FEDE. Non c'è niente di più ipocrita e falso di chi ha condannato Borghezio. E' ora di finirla di condannare le opinioni della gente solo perchè non vanno bene ad alcuni o perchè considerate valori da rispettare come se fossero una fede intoccabile e santa. Siamo in sistema liberale e democratico e non in una dittatura comunista, nè al Vaticano. Sarebbe ora che s'iniziasse a cambiare la nostra costituzione, un inciampo alla sovranità del popolo, alle istituzioni italiane e una "santificazione" d'idee e valori che avrebbero fortemente bisogno di una profonda revisione. Il potere che si nasconde dietro di essa la usa ipocritamente per non ammettere cambi e far permanere il popolo italiano sotto il loro tacco".


Roma - «Sospeso dalla Lega e rimosso dalle cariche interne». Si capiva da qualche giorno che l’aria era brutta, per Mario Borghezio. Dopo l’uscita congiunta di Maroni e Calderoli sulle «farneticazioni» dello storico pasionario piemontese (ma anche eurodeputato) sui deliri del pazzo di Oslo, via Bellerio doveva decidere una «punizione», per rendere esplicita la presa di distanza. Tre mesi di congelamento, decisi dal Consiglio federale della Lega. Una misura lieve tutto sommato (altri dirigenti in passato sono stati cacciati o sospesi per sei mesi su beghe interne), che serve per far sbollire le polemiche attorno al Carroccio. Calderoli aveva proposto un mese di sospensione, ma i veneti hanno premuto per almeno tre. Borghezio dice di non sapere nulla e accettare «come un soldato» le decisioni dei capi, ma di «non aver sbagliato» perché «non ho parlato della strage ma delle idee sul fondamentalismo islamico espresse da quel signore». Sulle reti padane i militanti più duri e puri insorgono contro la sospensione. Su Facebook i leghisti oltranzisti attaccano: «Io mi autosospendo dalla Lega...», «Non vorrei sia una scusa per farlo fuori politicamente». Resta l’incognita su quel che succederà a Strasburgo, per Borghezio. Ora che è sospeso dalla Lega teoricamente dovrebbe uscire dal gruppo all’Europarlamento, ma via Bellerio non ha dato indicazioni, e dunque la decisione verrà rimessa al capogruppo europeo, Francesco Speroni, che però ha sottoscritto le parole di Borghezio. Dunque: il piemontese resterà al suo posto.

Le questioni politiche nazionali sono state solo sfiorate nel federale, che è un organo di autogoverno del partito e si occupa di regole, provvedimenti disciplinari e aspetti organizzativi. Per la parte politica c’è la segreteria, convocata lunedì. Bossi ha confermato che la Lega prosegue, sul decentramento dei ministeri, nella sua rotta. Ma che per mantenere un buon rapporto con Napolitano si dovrà spiegare meglio l’operazione. Per questo si è definita una bozza di lettera in cui la Lega illustra le sue ragioni dopo il richiamo del Colle. I leghisti hanno portato in Consiglio il supporto «costituzionale» al decentramento, che sarebbe «previsto per legge», perché nella Carta si parla di Roma come sede del governo, «ma non dei ministeri». Poi un invito a rispettare la linea del segretario federale e le indicazioni di voto indicato dal gruppo. Poi un mandato a Bossi per trovare una soluzione ai ticket sanità introdotti in manovra, soluzione che il Senatùr ha già annunciato in serata: «Il ticket sanitario non lo vogliamo. Si possono recuperare i fondi aumentando il prezzo di sigari e sigarette. Io fumo il sigaro ma di fronte alla sanità sono disposto a pagare di più il mio vizio».

Dal consiglio è arrivato il via libera ai congressi provinciali, una «vittoria» per i maroniani, che li chiedevano in chiave anti cerchio magico. Bocciata la candidatura anti-Tosi del sindaco Bitonci, che è anche parlamentare. Il consiglio ha poi discusso di iniziative per diffondere il «brand» padano, come il Giro della Padania. «Dobbiamo fare altre cose come queste» ha detto Bossi, invitando a mettere in cantiere altre iniziative mediatiche. Poi il raduno della Lega a Venezia, che sarà il 18 settembre, due giorni dopo il rito del Monviso, con la raccolta dell’acqua nell’ampolla. Questioni organizzative, meno bollenti di quelle disciplinari decise dal federale, che vedeva riuniti con Bossi tutti i capi regionali (Giorgetti, Cota, Zaia, Gobbo, Alessandri per l’Emilia, Pini per la Romagna) più i colonnelli Maroni e Calderoli e altri luogotenenti importanti.

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