sabato 23 luglio 2011

Le sinistre bolle di sapone...

Si accettano scommesse (per finta) su come finirà... credo anche che il titolo che ho dato, sia abbastanza esplicito.


Milano - Tutto questo, prima. Prima che arrivasse la Finanza negli uffici della Regione, prima di sapere che Filippo Penati - uomo forte del Pd - era indagato per tangenti, e prima di dichiarare urbi et orbi di essere stato «spremuto». Bisogna tornare indietro di un anno. Al 7 giugno del 2010. È il giorno in cui Piero Di Caterina, presidente della società di trasporti Caronte - che opera a Sesto San Giovanni, e che era proprietaria di 4mila metri quadri nella ex Falck -, rompe il patto con la politica. Alle Fiamme gialle presenta un dossier sul contenzioso con Atm, l’azienda milanese di trasporti.

«Si è creata una situazione - denuncia Di Caterina - che impone di muoversi in una palude di relazione di concussione e corruzione». Parla di Sesto, Di Caterina, e usa le parole concussione e corruzione. Il tempo gli darà soddisfazione. Perché sono i reati su cui si muove la Procura di Monza, e che ora vengono contestati a Penati e al suo entourage. Attenzione, però. Perché anche l’imprenditore finirà sotto inchiesta, indicato come il collettore di tangenti destinate al Pd. E Di Caterina, con Penati, ha più di un fronte aperto. Incluso - come si legge nel decreto di perquisizione firmato dalla Procura -, proprio quello della «gestione del Servizio dei trasporti».

In ballo milioni di euro che la Caronte rivendica come conseguenza della vendita da parte di Atm dei biglietti nel circuito Sitam, il Sistema integrato tariffario per l’area milanese, e a cui aderiscono la maggior parte delle linee di trasporto pubblico del capoluogo. Il contenzioso fra le due aziende resta aperto, ma poco prima di lasciare la Provincia di Milano, l’allora presidente Penati firma una delibera che impone ad Atm di «corrispondere al consorzio dei trasporti la somma complessiva di 40 milioni di euro, di cui 8,4 milioni alla sub affidataria Caronte srl, che deve ricevere anche 4,3 milioni dal Comune di Segrate». Insomma, un «assegno» da oltre 12 milioni più Iva. Ma la battaglia dei ricorsi blocca tutto, e un anno fa Di Caterina denuncia «un clima molto pesante che condiziona negativamente la vita pubblica e privata», che Sesto annega «in un brodo di complicità e di acquiescenza», che la partita si gioca su «una campo di battaglia di figure inviluppate in una trama di malaffare».

Però, nel 2004, la Caronte paga macchina e autista per la campagna delle elezioni provinciali di Penati. Fra il 2008 e il 2009, la Provincia affitta (per sistemare delle famiglie rom) e poi acquista per 1,4 milioni di euro quattro immobili residenziali in via Varanini a Milano, di proprietà dell’imprenditore. E nel 2006 Penati entra nel cda della Eventus, che ha come oggetto sociale «la produzione, l’importazione e la vendita di cemento, sabbia, vernici, laminati e legno». La società - liquidata nel 2009 - è partecipata al 50% da una fiduciaria, e tra gli azionisti figura ancora una volta Di Caterina.

L’imprenditore, ora, denuncia un «sistema di mazzette» nell’ex Stalingrado d’Italia. Lui che nel fango - sostengono i pm - c’è finito con tutte le scarpe. Sarebbe stato lui a consegnare in Svizzera una parte della maxitangente per i lavori della Falck a Giordano Vimercati, poi capo di gabinetto di Penati alla Provincia. Due miliardi e mezzo versati dall’immobiliarista Giuseppe Pasini per il via libera ai progetti urbanistici nell’ex area industriale. E sempre Di Caterina, nel 2000, avrebbe concluso con Pasini una permuta di due terreni della ex Falck per maturare un saldo negativo a bilancio e nascondere una tangente da 1,2 miliardi di lire.... Perché il piatto più ricco era quello delle aree industriali, in cui sono entrate anche le coop rosse (due funzionari sono sotto inchiesta). Il Consorzio cooperative di costruzione di Bologna (Ccc), infatti, è sempre stato presente nei passaggi di proprietà dei terreni, da Pasini a Luigi Zunino a Davide Bizzi, e acquistati nel 2010 dalla Sesto Immobiliare, il cui 10% è di Sesto Futura, veicolo societario proprio della Ccc. Un modo - è l’ipotesi degli inquirenti, che contestano anche il finanziamento illecito ai partiti - per garantire al Pd una fetta di una torta immensa.

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