mercoledì 19 dicembre 2012

Sanità

Un commento: "balduzzi non ha problemi, lui lo curano insieme ai suoi amici di merenda e parenti in cliniche private magari a spese nostre come al solito...vorrà dire che i corridoi degli ospedali si trasformeranno in camere, volevo suggerire che se non ci sono i letti e i materassi li potete sempre recuperare nei centri d'accoglienza visto che li non scarseggiano i posti per foraggiare i poveri emigranti-clandestini."


Oltre 7.300 posti letto in meno negli ospedali. È questo il taglio previsto dalla riorganizzazione della rete ospedaliera, alla luce dei parametri fissati dalla spending review. Numeri che hanno fatto scattare l'allarme da parte delle Regioni. "Con questi tagli il Servizio Sanitario Nazionale non è sostenibile", ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, secondo cui "l’ammontare complessivo dei tagli effettuati dalle manovre e dagli interventi finanziari negli ultimi anni ammonta, per il periodo 2012-2015, a poco meno di 30 miliardi. "Un quadro che mette in serio rischio servizi fondamentali per i cittadini", ha aggiunto Errani, invitando il Governo e il Parlamento nella discussione relativa alla Legge di Stabilità ad attenuare il quadro relativo al 2013, evitando il taglio di 600 milioni. Tuttavia, secondo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, "la preoccupazione "Oddio, non ci sarà il posto letto per me" non ha ragion d’essere. I numeri che diffondiamo oggi servono anche a sedare questi timori". In base ai numeri forniti oggi dal ministero, i posti letto passano dai 231.707 censiti al primo gennaio 2012 a 224.318 dopo la spending review: i posti per acuto devono essere ridotti da 195.922 a 181.879, con un taglio di oltre 14 mila unità, mentre quelli per la post-acuzie devono aumentare da 35.785 a 42.438. Il saldo finale è di 7.389 posti in letto in meno nel complesso, con differenze anche significative fra le regioni. "Ad oggi, con la spending review e con la legge di stabilità, siamo ancora dentro una stabilità del Servizio sanitario nazionale, a condizione che si utilizzino gli strumenti previsti dalle leggi e si rafforzi la condivisione tra Stato e Regioni, perché senza collaborazione non si arriva a risultati positivi", ha dichiarato Balduzzi.

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