domenica 3 giugno 2012

Il fantastico oggetto di Soros


TRENTO – Tre mesi. Novanta giorni. Il conto alla rovescia per l’architettura – non solo monetaria – ma persino politica dell’Unione Europea è appena cominciato. «Tutto dipende dai creditori, dalla Germania di Angela Merkel e dalla Bundesbank. La loro intransigenza sta mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di un oggetto fantastico. Quell' Unione Europea fondata sui principi della società aperta, democratica, pluralista e rispettosa dei diritti umani i cui nodi ora sono venuti al pettine, perché all’integrazione monetaria non ha fatto seguito una vera e propria integrazione politica». Parole e pensieri di Gorge Soros, guru della finanza speculativa, filantropo, famoso per aver lucrato sulle debolezze di lira e sterlina nel 1992 con uno degli hedge fund più conosciuti al mondo, il Quantum.

LA BOLLA – Incalzato dalle domande del giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini al festival dell’Economia di Trento il miliardario di origine ungherese si è prodigato in una lectio magistralis di economia internazionale elargendo consigli, suggerimenti, invettive nei confronti della classe dirigente europea, non sempre illuminata, soprattutto incapace di gestire la crisi dell’Eurozona e tale da suscitare la recente riprovazione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama che venerdì in campagna elettorale nel Minnesota ha tentato di attribuire all’Unione Europea la frenata della crescita mondiale suffragata dal dato preoccupante della disoccupazione americana di nuovo in risalita. «Quell’oggetto fantastico (l’Unione europea, ndr. ) - ha spiegato Soros – ha funzionato in un primo momento perché i tedeschi erano alle prese con l’unificazione e ha avuto la massima realizzazione con il trattato di Maastricht. Ma il giocattolo si è rotto quando si è capito che i tedeschi non erano disposti a condividere l’eccessivo indebitamento degli altri paesi europei. Ecco perché la ricetta è una sola e non può che adottarla anche la Merkel: un sistema comunitario a copertura dei depositi delle banche per impedire la fuga da capitali dall’area Euro».

LA REALIZZAZIONE – Se la ricetta non è di per sé innovativa, Soros ha fatto però intravedere barlumi di luce su una crisi della moneta unica tale da aver ormai aggredito la crescita mondiale, con i paesi emergenti incapaci di fungere da locomotiva: «Abbiamo tre mesi di tempo per invertire la rotta, il problema è di natura bancaria e di concorrenza, non è di natura fiscale, e prima o poi dovranno capirlo anche in Germania». L’implosione dell’Euro – cui il default della Grecia sarebbe la prima fortissima avvisaglia – non gioverebbe neanche a Berlino perché imporrebbe il ritorno del marco e penalizzerebbe le esportazioni tedesche. Sullo sfondo le politiche di austerity intraprese dai paesi più indebitati che stanno soffocando la crescita per un’imposizione fiscale ormai ampiamente sopra i livelli di guardia: «Non si può continuare così all’infinito», ha precisato Soros. Soprattutto perché la conseguenza è che i movimenti euro-scettici prendano maggior vigore nelle consultazioni elettorali provocando «l’implosione di un oggetto fantastico».

1 commenti:

Nessie ha detto...

E ter pareva che questa vecchia testa di ...legno (penso ovviamente ad un'altra parolaccia) non saltasse fuori a difendere "l'oggetto fantastico" Ue, gettando tutta la colpa alla Merkel. Se siamo nella situazione che siamo è per colpa della gentaglia come lui. La Merkel è solo uno dei tanti problemi accessori, ma non certo il principale.