Milano, blitz dei no global durante la messa: "Adesso Pisapia ci libera, aspettatevi di tutto" di Enrico Silvestri
Milano - La chiesa come uno stadio messa interrotta, cori, slogan insulti e striscioni. Protagonisti un gruppo di antagonisti che dopo aver accusato il parroco di omofobia, hanno inneggiato a Pisapia
«Liberatore di Milano». Che in serata, attraverso il suo portavoce, ha condannato l’episodio. L’irruzione ieri verso mezzogiorno, alla chiesa di San Giuseppe Calasanzio di via don Gnocchi a San Siro, durante la messa officiata dal vescovo ausiliario Marco Ferrari, il parroco padre Alberto e don Vittorio De Paoli, per l’ultima giornata di esposizione dell’immagine della Madonna pellegrina di Fatima. Oggetto della contestazione la posizione di padre Alberto, che avrebbe definito l’omosessualità una malattia, curabile con il sostegno di uno psicologo. Gli autonomi hanno sfoggiato lo striscione
«Padre Alberto, curati tu» e urlato
«fuori i preti» e
«chiudete le chiese».
«Il vescovo ha smesso di celebrare la messa, un giovanissimo parrocchiano è svenuto per la paura - racconta ora don Vittorio -
poi i fedeli hanno reagito, sono volati insulti e qualche spintone. I ragazzi, una ventina circa, sono usciti e qualche parrocchiano ha urlato che si sentivano forti perché Giuliano Pisapia aveva vinto le elezioni». Ricevendo come risposta
«Pisapia ha liberato Milano, presto ne vedrete delle belle». Quindi la fuga. La Digos sta cercando di identificare i protagonisti della gazzarra, anche se i maggiori sospetti cadono sul vicino centro sociale
«Cantiere». «Sono solo un povero prete, ma se potessi parlare con il sindaco gli racconterei cosa è successo, come è stato speso il suo nome, invitandolo a intervenire prima che queste irruzioni in luoghi di culto diventino consueti». Il portavoce del sindaco, nega che gli antagonisti abbiano inneggiato a Pisapia e condanna il gesto. Mentre l’ex vicesindaco Riccardo De Corato parla di un «brutto clima», ricorda come mai prima una chiesa fosse stata invasa e sollecita il neo sindaco a chiedere al prefetto la convocazione del tavolo per la sicurezza e l’ordine pubblico.
«Prima che la situazione precipiti e diventi ingovernabile».
No global, una violenza al giorno. Ecco la "nuova" Milano di Pisapia di Giannino della Frattina
Tutto come previsto. Una settimana di Giuliano Pisapia sindaco a Milano ed ecco no-global e centri sociali pronti a rialzare la testa. La notte della vittoria l'assedio con fumogeni e bombe carta sotto casa dell'ex vicesindaco Riccardo De Corato, reo semplicemente di aver sempre considerato la sicurezza dei milanesi una priorità per l'amministrazione. Domenica addirittura la violazione di un luogo sacro. Con quelli che amano definirsi "antagonisti" pronti a interrompere la messa con un blitz nella chiesa di san Giuseppe Calasanzio, in via don Gnocchi. Botte ai fedeli e minacce a padre Alberto, il parroco colpevole di aver organizzato dei corsi di educazione sessuale fedeli al dettato del Vangelo. Ora le minacce a Israele e la richiesta ai militanti di impedire lo svolgimento della settimana di Israele in piazza Duomo. Che rischia addirittura di saltare a causa del tam tam della sinistra antagonista milanese e degli attivisti palestinesi. Il progetto era l'allestimento in piazza Duomo di una esposizione dedicata a Israele nell'ambito della Settimana del turismo. A denunciarlo il giornale israeliano "Yediot Ahronot", secondo il quale la polizia italiana avrebbe manifestato dubbi sulla possibilità di garantire la sicurezza dell'evento in quel luogo, suggerendo di trasferirlo altrove. Magari al chiuso. Stando a quanto scrive il corrispondente di "Yediot Ahronot" dall'Italia Menachem Gantz, la faccenda potrebbe mettere in imbarazzo il sindaco eletto del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia, atteso fra i relatori di uno dei forum organizzati in occasione della rassegna in programma la prossima settimana.
Le minacce, dunque, e poi decisione di spostare in altro luogo, meno a rischio, l'Esposizione celebrativa delle realizzazioni tecniche e culturali di Israele "Unexpected Israel". Una decisione che sarà resa ufficiale solo nei prossimi giorni con l'indicazione della nuova sede. Un luogo in cui le forze dell'ordine e in particolare la questura potranno garantire la sicurezza dopo l'annuncio della mobilitazione lanciata dai siti antagonisti dove si leggono dure prese di posizione contro l'evento che prevede la realizzazione di un padiglione di 900 mq e momenti culturali come un concerto di Noa, una mostra a Palazzo Reale o a Palazzo Litta, un'installazione tra piazza Duomo e piazza Castello, una serie di incontri con i principali scrittori israeliani, una mostra di design e quattro eventi realizzati con la Camera di commercio.
Gruppi filopalestinesi hanno lanciato su internet petizioni contro l'occupazione israeliana di piazza del Duomo e minacciano di colpire la manifestazione, scrive anche "Ynet", l'edizione online dello "Yedioth Ahronoth" che riferisce anche che la polizia italiana si sarebbe "rifiutata di garantire la sicurezza" della manifestazione israeliana nel capoluogo lombardo. La Settimana di Israele a Milano che prevede anche per la giornata del 14 giugno un forum economico Italia-Israele, a cui parteciperanno tra gli altri il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, il ministro dell'Industria israeliano Shalom Simhon e il neo sindaco di Milano Giuliano Pisapia, ha ricevuto tutte le autorizzazioni da parte delle autorità locali. Ma la polizia, scrive "Ynet", ha fatto sapere che ci potrebbero "essere difficoltà a garantire la sicurezza nel caso scoppiassero violenze" nella piazza.
2 commenti:
Ma Milano non doveva essere città accogliente, dopo anni di oscurantismo? Il sindaco galantuomo ha preso posizione?
Un sincero "grazie" ai milanesi che, pur pendendo a destra, non sono andati a votare...
Quando si ha degli idioti come Tettamanzi che ha tenuto bordone a Pisapia, è il minimo che ci si può aspettare.
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