lunedì 13 giugno 2011

Strumentalizzazioni


Roma - "I risultati del referendum, netti al di là delle previsioni, sono perfettamente coerenti con la vicenda complessiva di questi mesi". Per l’agenzia stampa della Cei, "il quorum superato di slancio va ben al di là del merito dei quesiti: rappresenta un messaggio diretto degli elettori, al di là degli schieramenti, direttamente al governo".

Anche la Cei in campo. "Distinguiamo il merito dal significato politico più ampio - viene rilevato dal Sir - certo il disastro giapponese e le conseguenti decisioni in particolare di Germania e Svizzera sull’abbandono del nucleare hanno avuto un effetto significativo di trascinamento. Nello stesso tempo la progressiva erosione dei totem liberisti, che pure avevano influenzato non piccola parte del mondo Pd, si può leggere a proposito dei due quesiti sull’acqua". "Per non parlare - prosegue la nota - del quesito di cui meno si è parlato, che riguardava direttamente Berlusconi, sul legittimo impedimento. Le scelte referendarie, pur sbrigative e schematiche, come implica lo strumento, sono chiare e devono essere tradotte in politiche pubbliche coerenti. In particolare è richiesto un nuovo ruolo per 'il pubblico', cui le istituzioni devono sapere dar risposte adeguate, in termini di garanzia, efficienza ed efficacia".

Il peso del referendum. "Pur attesi, perchè coerenti con il trend politico di questi mesi, i risultati hanno un peso significativo, perchè accentuano lo stato di fibrillazione della politica italiana, tanto più che nelle urne referendarie non c’erano soltanto schede provenienti dalle diverse opposizioni. Questo dato è particolarmente importante, perchè sottolinea che è aperta una fase di cambiamento, ma anche che gli esiti risultano assai aperti". "Governare il cambiamento - spiega la nota del Sir- è l’operazione politica più complessa e meritoria. Qui si distinguono gli statisti: le prossime settimane ci diranno se la classe politica è in grado di giocare questo gioco, che gli elettori stanno indicando. Come sappiamo, infatti, il vero punto debole del sistema italiano non è tanto dal lato della domanda, quanto piuttosto dell’offerta politica". Per questo "è il momento della creatività e, nello stesso tempo, della responsabilità".

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