giovedì 9 giugno 2011
Rom
MILANO - Un giovane di 28 anni, Pietro Mazzara, è morto alle prime ore dell'alba di giovedì perché la sua Citroen C3 si è scontrata con l'auto sulla quale quattro minorenni - tra cui un rom del campo di via Negrotto e un nordafricano - stavano scappando dalla polizia dopo un furto. L'incidente è avvenuto intorno alle 4.30 in zona Quarto Oggiaro. Due dei minorenni sono riusciti a scappare. Altri due, invece, feriti e bloccati nella macchina, sono stati portati all'ospedale Sacco, dove sono piantonati dalla polizia. Hanno detto di vivere nel campo nomadi di via Negrotto, zona Bovisa, non lontano dal luogo dell'incidente. La Polizia scientifica con le unità cinofile ha quindi fatto un sopralluogo nel campo, dove però sono stati trovati soltanto bambini e donne.
LA CONDANNA DI PISAPIA - «Voglio esprimere alla famiglia le mie condoglianze per la vita di Pietro, spezzata a soli 28 anni, questa notte a Quarto Oggiaro. E voglio anche condannare fermamente l'atto illegale che ha portato a questa morte assurda». Così il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, in una nota ha espresso il suo cordoglio alla famiglia di Pietro Mazzara. Il ragazzo si arrangiava con lavoretti da idraulico e autotrasportatore, in attesa di potersi comprare un taxi. Stava ritornando a casa all'alba dopo aver riaccompagnato i clienti dei locali notturni.
L'EFFRAZIONE - I quattro ragazzini erano reduci dall'ultimo colpo: una «spaccata» in un bar tabacchi di via Mambretti: il loro obiettivo erano le macchinette cambiamonete usate per i videopoker. L'auto, una Bmw, era frutto di una rapina; la targa era stata sostituita. Il proprietario del locale, 39 anni, che abita sopra il negozio, ha chiamato il 113 dopo aver ricevuto un sms di allarme sul cellulare. I ragazzi sono risaliti in auto con il bottino - un cambiamonete, alcuni gratta e vinci, valori bollati, sigarette e biglietti Atm - e hanno iniziato la fuga. La macchina dei ladri ha prima incrociato una pattuglia della polizia stradale, che stava andando a prestare servizio nella vicina tangenziale. La Bmw ha evitato la pattuglia, ma subito dopo è sopraggiunta una Volante della polizia. I malviventi hanno accelerato e distanziato gli agenti.
MANCATA PRECEDENZA - All'incrocio fra via Arsia e via Cogne la Bmw, che procedeva a forte velocità e a fari spenti, non ha rispettato la precedenza e si è schiantata contro la C3 di Mazzara, che abitava poco distante dal luogo dello scontro. La Citroen è stata sbalzata per diversi metri, dopo l'impatto sull'anteriore destro. Il corpo del 28enne è stato scaraventato fuori dal lunotto posteriore ed è atterrato a diversi metri di distanza, andando a sbattere contro una vettura parcheggiata. Gli agenti della Volante che sopraggiungeva hanno assistito al tremendo impatto e hanno tentato invano di rianimare il giovane.
GLI ARRESTATI - I due minori bloccati immediatamente dalla polizia erano seduti sul sedile posteriore: uno ha tentato la fuga, l'altro era bloccato nell'auto. Sono M.S., nomade di 17 anni del campo nomadi di via Negrotto, e Ibrahim F., 16enne di origini nordafricane. I due arrestati, con l'accusa di furto pluriaggravato in concorso e resistenza a pubblico ufficiale, sono rimasti feriti nell'impatto: frattura del bacino per il 16enne e del femore per il 17enne, che verrà operato nelle prossime ore all'Ospedale Sacco. I due minori sono già noti alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti. Insieme con loro, a bordo della Bmw, c'erano altri due giovani che sono stati ripresi dalle telecamere installate all'incrocio Cogne-Arsia mentre fuggivano: il guidatore e l'uomo seduto al posto passeggeri. All'interno dell'auto sono stati rinvenuti un piede di porco, picconi, cappellini, guanti e il bottino del furto al bar tabacchi. La vettura, cui erano state applicate targhe di un'altra auto rubata due giorni fa, era stata rubata insieme ad altre due macchine lo scorso 25 maggio in un autosilo del centro, il cui custode era stato minacciato da un gruppo di sconosciuti.
SALVINI: ASPETTIAMO VENDOLA - «Ora aspettiamo che Vendola torni a Milano per abbracciare anche questi fratelli rom ladri e assassini», è il commento a caldo del leghista Matteo Salvini. «Preghiamo per la vittima - ha continuato Salvini - e ci aspettiamo che Pisapia prosegua con gli sgomberi e la chiusura dei campi nomadi prevista nel piano Maroni». «Pur di farsi pubblicità l'onorevole Salvini della Lega non si ferma davanti a niente. Neanche di fronte ad una vicenda drammatica come quella accaduta all'alba di oggi a Milano. Non ci abbasseremo di certo al suo macabro livello», è la replica contenuta in un comunicato di Sel, Sinistra ecologia libertà. «Non si può morire in questo modo, per colpa di alcuni delinquenti che spadroneggiano nel nostro capoluogo lombardo e non mostrano alcun rispetto per la vita altrui», afferma il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni (Lega), che invita Pisapia a continuare a sgomberare i campi nomadi presenti sul territorio.
DE CORATO: BASTA ZONE FRANCHE - «Dopo l'incidente di questa mattina è evidente che la politica delle autocostruzioni per i campi rom prevista nel programma del neosindaco Pisapia sarebbe un'offesa alla città ove venisse perseguita», sostiene l'ex vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato. Secondo De Corato «è necessario procedere alla disattivazione di questi campi con la tempistica che la giunta Moratti aveva previsto. Non si può tollerare che questi continuino ad essere vere e proprie zone franche. Prima si procede alla loro disattivazione e meglio è per tutti i milanesi, soprattutto per coloro che da anni vivono nelle immediate vicinanze. Il giovane Mazzara - sottolinea - è l'ultima vittima, in ordine di tempo, di quella mancanza di certezza della pena che ha determinato già numerose vittime in Italia, visto che i due rapinatori di questa mattina erano plurirecidivi già noti alle forze dell'ordine come spacciatori e per aver commesso reati contro il patrimonio».
DON COLMEGNA: SOLIDARIETA' E' ANCHE LEGALITA' - «Basta con questo clima da campagna elettorale, bisogna discutere dei problemi seri e affrontarli nella loro complessità», è stato il commento di don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità di Milano, a cui è stata conferita giovedì mattina la laurea honoris causa in Scienze Pedagogiche in Bicocca. «Per noi stare nel mezzo vuol dire anche assumersi le contraddizioni, perché solidarietà è anche legalità, essere intransigenti». Nel suo discorso don Colmegna ha descritto il clima attuale come una «caccia ai nemici del nostro benessere, specialmente quando appartengono a minoranze visibili e storicamente colpite da pregiudizio», e ha denunciato la tendenza alla «categorizzazione di alcuni gruppi sociali la cui condizione di povertà viene messa in ombra da etichette di "nomadi" o "zingari"». Don Colmegna ha invitato a costruire una città fatta di relazioni umane responsabili e reciproche: «Odiamo gli stranieri e gli immigrati perché ci ricordano, con la loro presenza, quello che anche noi un giorno potremmo diventare - ha concluso - reietti, ospiti non graditi, miserabili, esclusi».
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2 commenti:
Incomincia bene l'investitura di Pisapia: c'è scappato il morto per rom. E non è stato il primo. Ma come si dice, "non bisogna generalizzare". Vogliamo fare o no una conta di tutti i martiri italiani dell'immigrazionismo?
un po' il segno del destino che inaugura l'amministrazione Pisapia questa tragica vicenda.
Già vedo Vendola distribuire abbracci d'approvazione a tutti i "fratelli"....
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