sabato 11 giugno 2011

Ebbravi tutti...




Quando siamo alla vigilia del referendum c'è qualcuno che non ha esitato a far sentire e vedere come la pensi in tema di acqua. Quel qualcuno è la Comunità di vita cristiana di Napoli che ha pensato bene di chiudere il suo raduno a Camaldoli con una messa dove protagonista era la bandiera per l'acqua pubblica. E così, il prete, mentre celebrava messa, esponeva sul sacro altare una bandiera in cui si invita esplicitamente a rispondere con due "sì" ai quesiti referendari. Nell'immagine, pubblicata dal sito letteraviola, è tutto fin troppo chiaro. Nella casa del Signore ci sono i fedeli, i chierichetti, il sacerdote e soprattutto lo striscione sul referendum. La bandiera campeggia durante la consacrazione e la scelta del prete ha già fatto discutere. Basti ricordare che nemmeno per i temi bioetici si arrivò fino a questo punto. Il sito cattolico Pontifex è arrivato a chiedere la scomunica del sacerdote.


Anche se questa mia affermazione può sembrare assolutista, è scaturita da una serie di considerazioni. Per prima cosa è da considerare che ogni refendum può essere facilmente bypassato da qualsiasi governo così come è stato fatto dal centro-sinistra ai tempi del Referndum "Tortora" in cui il POPOLO fu chiamato a un referendum e sebbene ci fu il 65% degli aventi diritto di voto, sebbene ci fu l'80% dei SI. Ancora oggi per i magistrati non esiste la responsabilità civile come aveva deciso il Popolo. Per seconda cosa questi 3 referendum non hanno nulla di sostanziale in quanto, quello che è previsto nei quesiti, sono cose che, in una maniera nell'altra, sono già effettive. Considerando che, uno dei favorevoli al SI è proprio quel Massimo D'Alema che nel 2001 aveva venduto l'Acquedotto Pugliese (il più grande d'Europa) all'Enel e che fu proprio Tremonti, Ministro dell'economia al momento della reale firma, a far saltare l'accordo Acquedotto Pugliese all'Enel nella società anche la Regione

Discorso diverso è per il referendum sul Nucleare. A prescindere dal fatto che nel 2004 Vendola, la Bindi, Diliberto, Pisapia e Franceschini votarono a favore del nucleare. Non prendendo personalmente una posizione ben precisa penso che non sia una questione solo italiana ma di tutta l'Europa. Non ha senso dire no al nucleare in Italia e poi avere le centrali nucleari degli altri paesi a 50 km dal confine e, oltre al danno la beffa, proprio da quelle centrali noi acquistiamo energia pagandola dal 40 al 60% in più. Terzo motivo è l'ipocrisia che ormai è diventata a dire poco vergognosa. Sentire un Presidente della Repubblica che dice ai cittadini che è un "DOVERE CIVILE" andare a votare ai referendum allorquando, proprio nel 2003, il Partito di cui lui era un altissimo dirigente, INVITAVA i propri simpatizzanti e iscritti a NON ANDARE A VOTARE in quanto era un referendum inutile. A questo punto, se non diventa questo un SI "a prescindere". E il baratro è lì ad attenderci.

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