venerdì 30 ottobre 2020

Sul terrorismo islamico

 Considerazioni sparse sull'attentato di Nizza:


- il terrorista è islamico, non fascista. Fascista non c'entra un cazzo. Ha gridato «Allah u akbar!», non «Viva Mussolini!». Quindi certi rappresentanti istituzionali e certi commentatori incommentabili la potrebbero addirittura smettere di dire e di scrivere stronzate;


- il terrorista è entrato in Europa da Lampedusa, era già nel mirino della procura di Agrigento per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma in nome dell'accoglienza si è potuto muovere liberamente, prima in Italia e poi in Francia;


- in un Paese anche soltanto lontanamente normale, la Lamorgese si sarebbe dimessa e Conte avrebbe avuto almeno il buon gusto di non scrivere cazzate demagogiche tipo «Nous Sommes Unis!» e si sarebbe invece scusato pubblicamente per essersi lasciato sfuggire un criminale;


- Saviano scrive che l'attentato è figlio del rancore che cova nel ghetto. Saviano che forse di Parigi ha visto il Louvre e che a Nizza magari non c'è manco mai stato. La vicenda dei barconi unita alla permanenza di pochi mesi del terrorista in Europa già di per sé ben spiegano che il ghetto non c'entra un cazzo. Nulla di nuovo sotto il sole, dal suo divano panoramico, Saviano altro non spera che accendere qualche riflettore su se stesso, a maggior ragione in concomitanza con l'uscita del suo nuovo libro. Perdonateci, ma non abbiamo bisogno della Saviano Spa per capire il mondo;


- Macron farebbe bene a prendere Erdoğan di petto, a botte di caccia bombardieri. L'UnioneEuropea non ha nessuna spina dorsale e del resto era proprio una certa UE ad auspicare l'ingresso della Turchia nell'Unione. Inutile dunque aspettarla, al di là della linea di confine dei soliti proclami vuoti. Erdoğan gioca sporco proprio sul nostro parlarci addosso, persino sul nostro riempirlo di soldi purché si tenga i suoi profughi. E invece no, deve cadere, in tutti i sensi.


L'Europa le palle non ce le ha, che le tiri fuori Macron, almeno per il suo popolo, brutalmente decapitato in una chiesa.


Luca Marfe’

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