Di fronte all’aumento del numero dei contagi da coronavirus, in Italia, si rinnova il timore di un possibile lockdown, come quello vissuto nei primi mesi del 2020. A parlarne per primo, nella giornata di mercoledì, è stato il virologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti, uno dei «padri» del «modello Veneto» — come è stato indicato l’insieme di pratiche messe in atto dalla Regione guidata da Luca Zaia, tra le prime colpite dal Covid-19, in contrapposizione a quanto avvenuto in Lombardia. «Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose», ha detto Crisanti a RaiNews24. «Si potrebbe resettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo».
Alle parole di Crisanti ha risposto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Io non faccio previsioni per Natale, io faccio previsioni delle misure più idonee, adeguate e sostenibili per prevenire un lockdown», ha detto il premier. Che ha però sottolineato come a determinare la necessità di misure restrittive più dure sarà «il comportamento di tutta la comunità nazionale: questa è una partita in cui vinciamo o perdiamo tutti». Conte ha anche spiegato che misure più dure potrebbero essere prese dalle Regioni: «Abbiamo predisposto la possibilità per i presidenti di introdurre misure restrittive non appena se ne presentasse la necessità, per quelle di allentamento occorre invece un’intesa con il ministro della Salute».
Salvo Sottile
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