venerdì 2 ottobre 2020

L’elefante in salotto

C'è un elefante al centro del salotto che sta ricoprendo di sterco i padroni di casa. Quelli, seduti sul divano, continuano però a discutere del colore delle pareti e della disposizione dell'arredo, come se non vedessero l'enorme pachiderma e e non si accorgessero delle deiezioni copiose che stanno riempiendo la stanza e li stanno per soffocare. Mentre con la scioltezza di chi non incontra ostacoli il bifolco tinto sostenuto da PD e Cinque Stelle si appresta a prolungare lo stato di emergenza fino al gennaio 2021, non ho voglia di discettare ancora se la tragica farsa – tragica perché ci sono dei morti, farsa perché tale è – del Covid-19 sia più farsa o più tragedia. Ormai sono questioni di fede, intorno alle quali la ragione nulla può affermare o negare. Piuttosto, voglio spostare la vostra attenzione sul punto nodale della questione, che sembra sfuggire alla maggioranza. Ovvero, il fatto che in nome di una emergenza si sia attribuito allo stato (o governo, termine che qui è intercambiabile) il potere illimitato di imporre obblighi e doveri che comportano tra l'altro la sospensione delle libertà fondamentali e il sacrificio dell'economia in nome della sicurezza. Attenzione: non sto discutendo se sia utile o meno imporre la mascherina o simili amenità. Ciò che vorrei esaminare con voi sono invece i termini della questione. 


Innanzitutto: ma cosa è questo famoso “stato”, o “governo”? Se vi chiedessi di rappresentare simbolicamente, che so, la “giustizia”, a seconda delle capacità artistiche molti probabilmente disegnerebbero una bilancia o un giudice col martelletto in mano. Se vi dicessi di disegnarmi la “sanità”, l'immagine evocativa sarebbe probabilmente quella di un palazzo con una croce rossa sul tetto, oppure un'ambulanza. Perfino con concetti fortemente astratti quali “la morte” ce la si può cavare con una lapide o una bara. Ma se vi chiedessi di disegnare “lo stato” o il “governo”, che immagine traccereste sul foglio? Credo occorrerebbe un grande sforzo di immaginazione sia da parte di chi deve realizzare il disegno, sia da parte di chi lo deve interpretare. Questo perché lo stato/governo è un concetto indefinito quanto sfuggente a livello concettuale. A livello pratico, invece, lo stato/governo è incarnato da soggetti concretissimi – attualmente, i vari Conte, Di Maio, Azzolina, ecc. – nonché articolato in un'infinità di enti, organismi, istituzioni. Invero, per quanto mi riguarda quando sento parlare di “stato” la prima immagine che mi viene in mente è quella del burocrate che fa attendere per mesi al cittadino un timbro su qualche farraginoso documento. E la presenza dello stato la percepisco solamente quando mi accorgo che questa entità mi sottrae dalla metà ai due terzi dei miei guadagni per lasciarmi le buche nelle strade e gli spacciatori sotto casa. 


Così mettiamo a fuoco il primo livello del problema: lo stato/governo non ha consistenza ontologica che non sia una vasta e confusa moltitudine di burocrati fannulloni, politicanti sgrammaticati e arraffoni spudorati quanto irresponsabili, collettivamente intenti a ritagliarsi egoistici spazi di potere con azioni che spaziano dall'inutile al dannoso/criminale. Capirete che affidare a questo tipo di individui un potere assoluto quanto illimitato sulle libertà individuali ed economiche mi lascia vagamente perplesso.


Tuttavia, il nocciolo non è neanche questo. La domanda fondamentale è: cosa definisce una “emergenza”? Ovvero, quale condizione è sufficiente e necessaria perché lo stato/governo si arroghi il diritto di ridurre l'individuo alla condizione di suddito sospendendo indefinitamente le sue libertà? Parliamo ad esempio dei 35mila morti causati dal Covid-19. Anche qui non discuto sui numeri – che pure andrebbero discussi. Rilevo solo che un paio di anni fa la banale influenza ne fece almeno 20mila, di vittime. Da ora in poi qualsiasi avvisaglia di influenza sarà sufficiente a legittimare un nuovo stato di emergenza? E se non fosse, come è ovvio che sia, una mera questione di conteggi funerari, bensì di “contagiosità” e di “incurabilità”, perché escludere dal novero delle possibili emergenze malattie come l'herpes o la forfora? Si sta celiando, certo. Tuttavia solo a chi è clinicamente ritardato o antropologicamente schiavo può sfuggire il fatto che se si consolida la prassi che è lo stato/governo stesso a decidere cosa sia “emergenza”, e per ciò stesso ad attribuirsi autocraticamente poteri assoluti a tempo indeterminato, allora sarà solo una questione di circostanze contingenti – di pretesti – perché ciò accada. C'è un nome per questa forma di potere, ma lascio a voi il brivido di indovinarlo. Per tornare al salotto in cui vi trovate, se ancora guardate le pareti, non vedete l'enorme elefante, e soprattutto non vi preoccupa la merda che presto vi ricoprirà, o avete un problema con la realtà o siete delle mosche. Che della merda si nutrono.


(Inoltre, penso che Conte, il PD e i Cinque Stelle debbano essere trascinati a processo per i loro crimini, assieme ai magistrati eversivi e golpisti.)


Piergiorgio Molinari

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