martedì 28 maggio 2013

E allora? Siamo nella civile ue, no?


La Germania accusa l'Italia di aver violato gli accordi europei in materia di immigrazione, spingendo alcune centinaia di profughi africani che avevano raggiunto il nostro Paese a proseguire il viaggio, fino ad Amburgo, in cambio di denaro e permessi di soggiorno. Dura protesta dell’amministrazione della città-Stato di Amburgo contro le autorità italiane. Il ministro regionale per gli Affari Sociali, il socialdemocratico Detlef Scheele, ha avvertito che i migranti che arrivano in Germania dall’Africa "non hanno alcuna possibilità, diversamente che in Italia, di ottenere un permesso di lavoro, non hanno diritto all’alloggio e nemmeno alle prestazioni sociali". Il ministro ha poi sottolineato che "sarebbe irresponsabile incentivare false attese, il ritorno è l’unica opzione" e bisogna rispedirli "dove possono lavorare e dove hanno un diritto di soggiorno: ciò è possibile in Italia o nei loro Paesi d’origine". Il quotidiano Die Welt pubblica il contenuto di una lettera di due pagine che il Ministero federale dell’Interno ha inviato alle autorità dei laender responsabili per l’accoglienza degli stranieri in cui si afferma che l’Italia avrebbe offerto 500 euro a parecchi migranti provenienti dall’Africa, incoraggiandoli a recarsi in Germania, dopo averli muniti di documenti validi tre mesi, che autorizzano a viaggiare nei Paesi dell’area Schengen. Nel documento è scritto che "cittadini di Paesi terzi (esterni all’Ue, ndr), secondo quanto da loro dichiarato, hanno ottenuto 500 euro dalle autorità italiane per lasciare volontariamente i centri di accoglienza in via di chiusura". Nella lettera del ministero dell’Interno, citata dal giornale, si aggiunge che "ai profughi il denaro è stato messo in mano con l’invito a recarsi in Germania". Nel frattempo sono arrivati ad Amburgo oltre 300 migranti, provenienti da Nigeria, Togo e Ghana, che dopo lo scoppio della guerra civile in Libia, invece di tornare in patria si sono rifugiati in Europa. Molti di loro sono attualmente accampati all’aperto nella città anseatica dietro il monumento a Bismarck.

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