giovedì 30 maggio 2013

La tristezza e la stupidità


Avete presente le bagnine di Baywatch che correvano sulla sabbia dorata di Malibù, esibendo le loro generosissime forme strizzate in costumi rossi? Be’, dimenticatevele. A Jesolo il sindaco Valerio Zoggia, di comune accordo con la Federconsorzi, ha deciso che nella prossima stagione balneare gli steward sulla spiaggia locale saranno soltanto uomini. Niente donne, niente hostess, niente bagnine. La ragione? Le rappresentanti del gentil sesso, nella veste di controllori da litoranea, si farebbero rispettare poco da bagnanti e venditori abusivi di religione musulmana. Nella passata stagione addirittura alcuni immigrati islamici avrebbero offeso e sputato le ragazze del servizio d’ordine, che intimavano loro di rispettare le regole. «Ai loro occhi», ha spiegato il presidente della Federconsorzi Renato Cattai, «non godevano della necessaria autorità, perché i musulmani, per la loro cultura, non ascoltano le donne quando danno ordini o anche solo consigli. Anzi, si agitano e finiscono per offenderle». Quindi la morale è che, per tenere buoni i musulmani, tra l’altro venditori abusivi, il sindaco e la Federconsorzi hanno pensato bene di «far fuori» le donne. Un gran bell’esempio di democrazia e di rispetto. Della civiltà altrui, certo, mica della nostra.

La notizia appare ancor più irritante perché la spiaggia è uno dei luoghi dove si esprimono al meglio la civiltà di un popolo e la sua evoluzione nel tempo. Andare a mare in bikini, costume intero o velo integrale fa la differenza tra l’Occidente e molti Paesi musulmani e segna il discrimine tra il mondo contemporaneo e gli anni del Dopoguerra. L’esibizione del corpo in battigia e l’invenzione stessa del «due pezzi» sono stati un passaggio fondamentale nella crescita del nostro modo di considerare la donna, molto di più della rivoluzione sessuale degli anni Sessanta. Dove non riuscì la liberazione dei costumi, poté la libertà di indossare il costume. Tornare a impedire alle donne di frequentare la spiaggia perché malviste dai musulmani, considerarle inadeguate al servizio d’ordine perché prive di autorità, come ha fatto il sindaco di Jesolo, ci sembra una regressione delirante, un conformarsi al pregiudizio altrui, nell’incapacità di segnare la differenza tra due civiltà, la nostra e la loro, peraltro in un luogo dove in passato si sono molte spesso scontrate: il mare.

E poi, diciamola tutta, la spiaggia con bagnini soltanto uomini fa un po’ tristezza. È una discriminazione non solo verso le povere donne scartate, ma anche verso noi maschietti che magari andiamo in spiaggia apposta per godere della soave beltà di queste Veneri che vengon fuori dall’acqua in costumi risicatissimi, e apprezzare la meraviglia del mondo – tanto più in una stagione come l’estate – che ci ha donato insieme il sole, il mare e le donne. Guardare una femmina che si fa un bagno sotto il Solleone è un tributo alla bellezza, un ringraziamento al Creatore, una salvezza insieme erotica e spirituale. Insomma, sindaco di Jesolo, non ci tolga il piacere di simulare l’annegamento per venire salvati, dipoi, da una bagnina con le sue attrezzature e i suoi «gommoni». Non ci sottragga il gusto di fare i monellacci con i racchettoni e i fischi di apprezzamento, per ricevere il dolcissimo rimbrotto di una hostess succinta. Suvvia, lei che è stato eletto prima di Letta con le larghe intese (PdL, Pd e Udc tutti insieme, come in un’ammucchiata da spiaggia), non avrà problemi ad intenderci. A buon intenditor…

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