mercoledì 13 febbraio 2013

Voi...

... preparatevi per ballare la vostra "break the chains"... che intanto la solita magistratura italiana balla a modo suo. Atti simbolici non servono ad un emerito cazzo. Perchè certi magistrati sono peggio degli assassini delle donne.


Da ieri Ruggero Jucker è di nuovo un uomo libero. In carcere da dieci anni e mezzo, per scontarne trenta, è uscito in anticipo per buona condotta, dopo che gli erano stati condonati tre anni. Responsabile di un delitto tra i più efferati che si ricordano a Milano, il 20 luglio 2002 aveva massacrato a coltellate la fidanzata. Imprenditore nel settore del catering, la notte dell'omicidio Jucker si trovava a letto con la fidanzata, Alenya Bortolotto, studentessa vicina alla laurea in scienze politiche. Nel bel mezzo della notte si alzò e si avventò sulla ragazza, brandendo un coltello da sushi, infliggendole 22 coltellate. Finì la ragazza in bagno. Poi si lavò, mise i vestiti sporchi di sangue in lavatrice e scese nudo in strada. La polizia lo trovò nudo in strada, ancora imbrattato di sangue, che urlava "sono Bin Laden".

In primo grado evitò l'ergastolo. Gli vennero inflitti 30 anni per "omicidio aggravato" dalla crudeltà. Il gup ritenne che fosse più rilevante delle due attenuanti: il risarcimento del danno alla famiglia della giovani e il parziale vizio di mente di Jucker. Nel 2005 la condanna scese a 16 anni con un patteggiamento in appello. L'omicidio divenne "non aggravato". Da 16 a 13 anni si scese con l'indulto di cui hanno usufruito tutti i condannati per reati commessi prima del 2 maggio 2006. Altri due e mezzo sono poi stati scontati per buona condotta. Inizialmente a San Vittore, Jucker è stato poi trasferito a Bollate. Dopo la scarcerazione dovrà firmare periodicamente il registro delle forze dell'ordine.

2 commenti:

Johnny 88 ha detto...

Lo so che sono ripetitivo ma come ogni volta noto l'assordante silenzio di Femen; Se non ora quando e femministe assortite.

Eleonora ha detto...

Ah, le femen pochi giorni fa erano a notre dame, se non sbaglio, a salutare il papa. Le altre, c'avranno da fare.