sabato 2 febbraio 2013

Innocenti evasioni


Hanno segato le sbarre della cella e si sono calati con lenzuola i due detenuti albanesi evasi dal carcere di via Burla a Parma. Lo ha riferito, dopo ulteriori accertamenti, il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante e la notizia è poi stata confermata dal provveditore regionale del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria dell'Emilia-Romagna, Pietro Buffa.

LA FUGA - I due sono quindi riusciti a raggiungere l'esterno della struttura penitenziaria. La fuga intorno alle 6,30 di sabato mattina dopo aver manomesso le sbarre.Potrebbero risalire invece alla serata di ieri, secondo informazioni ancora da confermare, i colloqui avuti dai due evasi con i familiari. Ad accorgersi della scomparsa sono stati gli agenti della polizia penitenziaria durante il giro di controllo e sono subito scattate le ricerche. La polizia penitenziaria e le altre forze di polizia li stanno cercando in tutta Italia e nella zona sono stati attivati numerosi posti di blocco.

I DUE EVASI - I due albanesi evasi sono Taulant Toma, 29 anni, e Valentin Frokkaj, di 35. Le loro generalità sono state confermate dagli investigatori. Taulant Toma, con precedenti per rapina e spaccio di droga, risulta evaso già dal supercarcere di Terni il 9 ottobre 2009, dopo essersi calato anche in quel caso dalla sua cella con un lenzuolo. Fu poi rintracciato e bloccato dopo due mesi e mezzo di latitanza, il 22 dicembre, in un residence a Casarile (Pavia). Valentin Frokkaj risulta invece coinvolto nell'omicidio di un albanese di 23 anni avvenuto a Brescia nel luglio 2007.

I TAGLI - Il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante commenta: «la scarsa attenzione che negli ultimi tempi si pone alla sicurezza delle carceri determina episodi di questo tipo». Il Sappe sottolinea «la continua riduzione del personale di polizia penitenziaria: al momento mancano 7.500 unità a livello nazionale (650 solo in Emilia-Romagna), nei prossimi due anni ne perderemo altre 2.000 a causa dei tagli alla spesa pubblica, considerato che potremo assumere solo il 35% circa di coloro che andranno in pensione». E, aggiunge Durante, anche «l'eccessivo sovraffollamento e la tendenza ad allentare le maglie della sicurezza fanno in modo che il carcere diventi sempre meno sicuro».

IL CARCERE - Il carcere di via Burla a Parma è entrato in funzione poco più di vent'anni fa, nel novembre '92. Ha preso il posto delle storiche prigioni ricavate nell'ex complesso di San Francesco, dove si ricordano alcune evasioni «classiche», mentre nella nuova struttura finora si erano avuti solo alcuni casi di evasione per mancato rientro dai permessi. Tra questi, quello singolare del gennaio di due anni fa, quando un pregiudicato napoletano di 39 anni in regime di semilibertà a Parma era andato a costituirsi al penitenziario di Lucca, per riuscire ad ottenere «una cella più comoda e soprattutto meno umida». Carcere con un settore riservato ai detenuti sottoposti al trattamento del «41 bis», è stato progettato per circa 400 persone, ma ne ospita attualmente molte di più.

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