lunedì 4 febbraio 2013

Lettera

“Le nazioni dell'Europa dovrebbero essere guidate verso il superstato senza che i loro popoli sappiano cosa sta accadendo” [Jean Monnet]


E Monti, Marietto Monti, che dice? Che dice dello sciagurato nonché pietoso tentativo di far competere le Lancia con le Mercedes agli stessi prezzi e di dare gli stessi social benefit di Düsseldorf alle campagne di Caltanissetta? Il riservato Marietto Monti, che nel suo «medaglione» biografico precisa che nel poco tempo libero consentitogli dai «tanti studi», in gioventù si dedicava precipuamente alla bicicletta e «a seguire gli affari internazionali sintonizzandosi su varie radio straniere a onde corte», che mosse sta studiando, oltre a geniali strategie fiscali? Qual è il disegno segreto di cotanto studioso radiotelegrafista? Crede lui che le nostre industrie possano ancora competere con quelle tedesche AGLI STESSI COSTI di produzione (anzi, più alti, viste le nostre inefficienze e scialacqui)?

Ma lo sa — il telegrafista — che in Medio Oriente ormai mangiamo anche le pizze surgelate tedesche? Le mozzarelle anche. L’insalata , il pomodoro e i ravanelli olandesi? I ravanelli olandesi, Mariettoo, sveglia! Lo vede, il telegrafista, che gli scaffali dei duty free del mondo danno otto volte più spazio ai vini francesi che a quelli italiani? Lo vede che un eccellente Muscadet, all’estero, costa come un discreto Valpolicella? Lo sa che l’Italia non è più riuscita a creare un franchise alimentare internazionale che sia uno? Cioè, se neanche nell’alimentare non riusciamo più a reggere, è come se Claudio Villa cantasse «Granada» con la voce di Geronimo Ignazio La Russa. E la Spagna? Non c’è un prodotto spagnolo in giro per il mondo. Non se ne vede uno, a parte qualche rara mediocre automobile, che non si squaglia solo perché è fatta con ingegneria per l’appunto tedesca. Cosa fa la Spagna, se un appartamento a Barcellona costa due volte la stessa metratura a Vienna? Quando la gente si stancherà della puzza di fognetta che pervade i «carrers» catalani e si stuferà della stronzaggine dei valenciani, chi comprerà gli appartamenti nei condomini di Benidorm, pieni di inglesi vomitanti della suburbia delle Midlands, a prezzi due volte superiori a tante altre località mediterranee non eurizzate? Che faranno gli spagnoli eurizzati, quando gli europei finalmente si accorgeranno che, sulle spiagge iberiche, su dieci divieti segnalati da cartellonistica, gli autoctoni ne infrangono nove e mezzo e che sotto il materassino c’è sempre la solita cacca dei cane iberico di turno?

E la Grecia? Dopo aver venduto feta, feta e ancora feta e olive su olive — che esporterà oltre a feta e olive? Forse ancora un po’ di feta? Siete mai stati a Bratislava ? Bratislava è eurizzata. Le cose e i servizi colà ora costano come a Vienna, che sta lì a 80 chilometri, solo che a Vienna è tutto molto meglio. Un giorno stavo in quel di Banska Bistrica, sempre in Slovacchia, posto tristissimo, al bancone di un bar, e guardavo come un’accigliata ostessa, jeansata d’ordinanza e sculettante come ci si puo’ aspettare da una slo-vacca, mi stesse preparando una spremuta d’arancia. Non era una spremuta. Era una «schiacciata» d’arancia, una poltiglia che non si poteva bere , al massimo si poteva tentare d’ inghiottire. Ebbene, la schiacciata d’arancia costava quattro o cinque euro, quasi come al Café Sperl di Vienna, là dove si è serviti da soavi Romy Schneider in vestito tirolese fresco e profumato di bucato... Marietto, tu lo sai che è un disegno impossibile. Ma tu quando nomini stentoreo Jean Monnet, e lo definisci «un grande francese, eminente figura di europeista» e il Parlamento europeo ti tributa una ovazione di applausi , tu ti fai la cacchetta addosso dall’emozione europeista e pensi , oltre all’urgente cambio di pannolone, a quanta strada hai fatto da quando ascoltavi i transistor a onde corte nell’angolo della tua cameretta…

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