venerdì 4 maggio 2012

Schegge impazzite, idioti laureati al governo


Eh sì, il governo gioca coi numeri. Al ribasso, ovviamente. Ieri l'ingrato compito è toccato al viceministro dell'Economia Vieri Ceriani che ha incontrato i giornalisti per porre un freno alla valanga di polemiche messe a destra e a manca contro la nuova imposta sulla prima casa. Non è ancora stata pagata la prima rata che l'Imu è già la tassa più odiata dagli italiani. Sarà perché sin dall'inizio il governo Monti non è mai stato chiaro sull'esborso, sarà perché andare a far pagare un bene che è prima di tutto un diritto rischia di andare a colpire anche i cittadini meno abbienti, sarà perché i tecnici cancellano con uno schioccare di dita la lotta fatta (e vinta) da Silvio Berlusconi alla vecchia Ici.

Quello che il governo non dice ai contribuenti è quanto andranno a pagare. O meglio: dice e non dice. E una mezza verità equivale a una bugia. "Il 70% dei proprietari di prime case pagherà in media 200 euro. Il restante 30% sarà esente", aveva spiegato ieri in conferenza stampa Ceriani sottolineando che non si tratta di "cifre drammatiche". Della serie: che vuoi che siano 200 euro? Punto primo: sono tanti per chi non ne ha. Punto secondo: il calcolo del vice ministro dell'economia non tiene conto di una variabile: i Comuni. Quello che, infatti, il Tesoro non dice agli italiani è che i conti effettivi potranno essere fatti soltanto a fine anno, cioè quando gli enti locali avranno deciso quale aliquota far pagare ai contribuenti. Secondo l'Osservatorio della Uil sui servizi territoriali, già tredici Comuni hanno infatti deciso di portare l'Imu sulla prima casa oltre il 5 per mille. Tutti gli altri avranno tempo fino al 30 settembre. Non solo. Su Repubblica Roberto Petrini spiega chiaramente che "anche l'aliquota di base potrà variare con un decreto del governo se il gettito non produrrà i 2,4 miliardi attesi".

Sin dall'introduzione dell'Imu da parte del governo Monti il Pdl si è schierato contro. Tanto che nei giorni scorsi è montato il malumore tra il partito del Cavaliere e i tecnici. "Oggi siamo in presenza di una complessa e confusa disciplina normativa introdotta con la nuova Imu che oltre a penalizzare fortemente i comuni, a nostro avviso, introduce da un anno all’altro un aggravio fiscale insostenibile e inaccettabile per i cittadini", ha scritto oggi il segretario Angelino Alfano in una lettera ai sindaci del Pdl ribadendo l’impegno per "l’eliminazione della tassazione sulla prima casa sin dal 2013". L'appello dell'ex Guardasigilli è diretto proprio ai Comuni che adesso possono decidere se mantenere invariata l'aliquota. "È necessario che ciascun sindaco si impegni in questa battaglia contro una tassa profondamente ingiusta", ha spiegato Alfano chiedendo ai primi cittadini di "mantenere invariata l’aliquota sull'Imu" senza, quindi, aumentarla rispetto a quanto stabilito dal governo. La battaglia resta, comunque, aperta. L'appoggio del Pdl all'esecutivo dei tecnici non è più così scontato. Ieri sera, in piazza per la campagna elettorale di Monza, Berlusconi ha dato l'ultimatum al premier Mario Monti: "Non accetteremo provvedimenti contrari al buon senso". Il Cavaliere non esclude, infatti, l'appoggio esterno al governo.

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