mercoledì 23 maggio 2012

Riforma del lavoro


Entro il 2016 gli uomini e le donne dovranno ricevere, a parità di ruolo, lo stesso stipendio. È l’impegno assunto dal governo tecnico in commissione Lavoro a Palazzo Madama, accogliendo un ordine del giorno dell'Italia dei Valori che è è stato approvato all’unanimità nell’ambito dell’esame del disegno di legge sul mercato del lavoro. "Mi scuso per il ritardo né elegante né istituzionale ma le cose in Senato sono complicate e i tempi non sono decisi dai ministri", ha commentato il ministro del Welfare Elsa Fornero spiegando che la riforma è molto attesa. "Non è miracolistica - ha continuato la titolare del Welfare - ma un tassello di un piano più ampio per instradare l’Italia su sentieri più virtuosi di benessere e coesione sociale". Adesso i lavori vanno avanti. Il governo dovrà emanare dei decreti per consentire la partecipazioni dei lavoratori agli utili dell’azienda. L'emendamento prevede una serie di principi e criteri direttivi per l’applicazione della norma tra cui l’istituzione di organi di sorveglianza a cui anche i lavoratori dovranno partecipare e con stessi diritti e obblighi, nel caso di imprese oltre i 300 unità di personale, e la previsione dell’accesso privilegiato dei lavoratori dipendenti al possesso di azioni, quote del capitale dell’impresa, o diritti di opzione sulle stesse, direttamente o mediante la costituzione di fondazioni. Il Senato ha dato il via libera all’emendamento al ddl lavoro che ripristina l’esenzione dai ticket sanitari per i disoccupati a basso reddito e i loro familiari. La commissione Lavoro ha confermato così la volontà del governo di correggere quello che era stato definito un refuso, vale a dire la cancellazione dell’esenzione nel testo della riforma del lavoro uscito da Palazzo Madama.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Entro il 2016 gli uomini e le donne dovranno ricevere, a parità di ruolo, lo stesso stipendio.
Norma perfettamente inutile e meramente demagogica. Nel caso dei dipendenti i contratti collettivi non prevedono alcuna discriminazione fra uomini e donne. Per il resto anche se la distribuzione tabellare è la stessa ci possono essere differenze dovute ad extra come straordinari o missioni. Se vogliono far del bene a donne e famiglie ci sarebbe da mettere mano alle politiche sociali più che approvare norme di facciata.

Eleonora ha detto...

Ma infatti... io ad esempio, da dipendente prendevo esattamente lo stesso stipendio di un uomo. Gli stipendi, mi pare eh? Vadano in base al livello.