domenica 11 agosto 2013

Mondialisti collusi coi mercanti di carne umana

Qualche commento (signora Bonino. tutti razzisti?): "Approdano tutti in Italia perchè negli altri paesi non li lasciano approdare. A questi si aggiungono i serbi, albanesi, rom, ecc che arrivano in italia attraverso la frontiera. Non c'è lavoro, non hanno un mestiere, non possiamo mantenerli tutti! L'Italia è già un paese densamente popolato. Bisogna aiutarli nei paesi loro. A noi l'Europa impone solo l'austerità, di questi problemi se ne sbatte!"

"La cosa più intelligente da fare è agganciare i barconi prima che entrano in acque nazionali, rifornirli di cibo, e rimorchiarli fino alla località da cui sono partiti."

"Iniziare a non promettere la cittadinanza facile secondo lei, Signora Bonino, è un buon inizio? Nessuno ha la bacchetta magica ma ognuno, tra l'altro nel governo di cui lei fa parte, dovrebbe avere buon senso e serietà. Quindi?"

"Se andate avanti di questo passo diventerete voi i nuovi migranti verso altri paesi poveri, come ad esempio la Romania (Fra qualche anno gli stipendi in Romania saranno piu' alti di quelli italiani). Leggevo sul corriere un mese fa circa, che i 500 assunti per l'Expo di Milano avranno un ricco stipendio di 500 euro al mese e secondo Letta, questo tipo di contratto dovrebbe diventare la regola. Se non sbaglio un operaio in Romania adesso prende 300 euro al mese. Vi state avvicinando."

"è che una soluzione ci sarebbe. chiusura totale delle frontiere, revisione accordi di schengen. accordi con i paesi del nordafrica e pattugliamento delle coste. e quando i barconi arrivano vengono rimandati indietro. basta con queste fandonie: lo scorso anno abbiamo accolto migliaia di tunisini per motivi umanitari. per il 90% sono spacciatori, adesso mettiamo questa gente nei cie teniamoceli per molto tempo in condizioni disagiate. poi vediamo se gli prende la voglia di venire. d'altro canto vanno regolamentati gli ingressi attraverso le quote. se i governi dei paesi non collaborano allora niente quote. infine vanno prese in considerazione politiche di riduzione demografica dei paesi africani. non sono cavolate. pensate se nel vostro appartamento di 90 metri quadri cominciate a vivere in 7, poi in 8, 10, 16."

"Che cumulo di sciocchezze dette da una sola persona che purtroppo é anche nostro ministro degli esteri. Un mucchio di banalità e di ovvietà, di retorica da un euro al kilo e di melenso buonismo. Ma questa Bonino ci ha preso per dei babbei? Quando afferma che si fugge dalla fame, perché non ci spiega il fatto che questi cosiddetti disperati si dirigono nella lontana Europa e invece non si dirigono verso altri stati africani che godono di una discreta ricchezza? Per esempio la Nigeria, per citare il primo chwe mi viene in mente? No, fuggono in Europa, continente sovrapopolato e in crisi economica finanziaria. E quando la Bonino cita coloro che fuggono dalla guerra, si rende conto di dire una cretinata? Cioè che se 5.000 siriani all'anno fuggono dalla Siria per la guerra, allora significa che i milioni di Siriani che rimagono a vivere in Siria sono degli sprovveduti, degli idioti che se ne stanno lì invece di fuggire? Insomma i nostri politici e in special modo quelli di essi di certe parti politiche, continuano a trattare gli italiani come dei bambini, ad offrire agli italiani melense e bugiarde storielle per convincerli a commiserare queste bande che a ragione si possono definire di sbandati, malviventi e donne incinte furbone che vengono a partorire da noi. Non sento la Bonino, ma nemmeno nessun altro nostro politicante, fare il minimo accenno alle bande inrternazionali criminose che dirigono questi traffici e non una parola sulle possibili modalità di contrasto di questa invasione."


Dopo la tragedia dei sei migranti annegati a pochi metri dalla riva di Catania, il ministro degli Esteri Emma Bonino interviene sul drammatico tema degli sbarchi: «Quello che vediamo sulle coste italiane è conseguenza dell'esodo disperato, perchè si mettono insieme due fenomeni - dice il ministro Bonino ad una intervista a Radio Radicale - chi fugge dalla guerra e chi fugge dalla povertà». I 98 migranti stipati su un vecchio e piccolo motopeschereccio giunti all'alba di sabato in vista della costa siciliana, sono solamente gli ultimi di una lunga serie: «Le frontiere sud della Libia, poco controllabili, vedono ad esempio fuggire sudanesi, nigeriani, molti altri - continua il ministro Bonino - I siriani passano per il Libano e poi per l'Egitto. Dall'Iraq si passa alla Turchia, e poi in Grecia, altro Paese, come il nostro o la Spagna, che a un fardello molto pesante da subire. E si accumulano motivazioni diverse, tutte accomunate dalla speranza di una vita diversa».

«IMPOSSIBILI SOLUZIONI MAGICHE» - Come arginare queste tragedie che si ripetono, puntuali, con l'arrivo dell'estate? Per il ministro Bonino la questione «non ha una soluzione magica»: «Sogno o illusione che sia, queste persone rischiano di finire nelle mani di veri e propri venditori di illusioni o di morte - prosegue il ragionamento di Bonino - Ma si tratta di persone che scappano per fame, o per guerre, o per un misto delle due cose. E per questo non c'è una soluzione miracolosa. Basti pensare a quel che succede in Libano, dove i rifugiati siriani sono 1 milione, o in Giordania, dove sono 600 mila». Il tema arriva in sede europea: «Proprio la settimana scorsa ci siamo riuniti con i ministeri della giustizia, della difesa, degli interni per cercare di essere più pronti a fronteggiare una emergenza che è qui - conclude il ministro degli Esteri - Anche in Europa era in discussione una direttiva, che però è stata ostacolata da molti Paesi, proprio perchè nell'accoglienza temporanea ogni Paese vuole la certezza che sia appunto temporanea». E la responsabile della Farnesina non ha dubbi: «Noi siamo un Paese più di transito che di destinazione, non siamo noi il sogno per questi immigrati».

Vittime dell'immigrazione, Bonino: "Non c'è una soluzione miracolosa". Identificate le vittime annegate ieri a Catania. Gli inquirenti: "C'era nave madre al largo". Gli immigrati presenti a bordo non erano disidratati. Fermati due "vivandieri" di Sergio Rame

Potrebbe non essere stato un viaggio lungo quello degli immigrati egiziani e siriani che sono sbarcati ieri mattina a Catania. Stando all’ipotesi al vaglio di investigatori e della Procura distrettuale, una "nave madre" avrebbe trainato il piccolo peschereccio di legno lasciandolo poi al largo della costa siciliana. "Quello che vediamo sulle coste italiane è conseguenza dell’esodo disperato, perché si mettono insieme due fenomeni: chi fugge dalla guerra e chi fugge dalla povertà", ha commentato il ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio Radicale sottolineando che per questa tragedia "non c'è una soluzione miracolosa". Tra i rilievi che danno sostegno all'ipotesi degli inquirenti c'è anche lo stato di salute degli extracomunitari. Provati e affamati, gli immigrati non avevano segni evidenti di avere fatto una lunga traversata in mare. Anche il piccolo di sette mesi ricoverato e dimesso poche ore dopo un controllo nell’ospedale Garibaldi di Catania è apparso ai medici in buone condizioni di salute: paffuto e non mostrava segni di sofferenza fisica, ma soltanto una non grave disidratazione. Il bambino è stato riconsegnato già ieri ai suoi genitori. Ieri sono state identificate le sei vittime: sono tutti giovani egiziani di età compresa tra i 17 e 27 anni. Gli esami medici hanno confermato che sono morti per annegamento. Il minorenne avrebbe compiuto 18 anni il prossimo 25 agosto. Nessuno di loro era tra i potenziali "scafisti" che hanno portato la barca fino al Golfo di Catania che si è poi arenata su una "secca" davanti il lido Verde del lungomare della Plaia. Due egiziani di 16 e 17 anni sono stati fermati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito delle indagini sullo sbarco avvenuto ieri sul lungomare della Plaia. Secondo l’accusa avrebbero fatto parte dell’equipaggio dell’imbarcazione con mansione di vivandieri. Dalle indagini delle procure distrettuale è emerso che tre "scafisti" si sarebbero buttati in mare e sarebbero riusciti a fuggire prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.

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