mercoledì 26 settembre 2012

L'italia cura (gratis), ospita e coccola i terroristi islamici


ROMA - Due sospetti terroristi libici, che si trovavano a Roma, sono stati espulsi dall'Italia. I due libici, di 26 e 28 anni, sono sospettati di essere jhadisti, legati alle formazioni armate di matrice salafita cheoperano in Libia. Secondo gli inquirenti romani i due presunti jihadisti fermati «avevano cominciato attività di proselitismo e propaganda al jihad nella comunità libica, per reperire materiale per commettere attentati contro interessi occidentali». Entrambi erano giunti in Italia da alcuni mesi per essere sottoposti a cure perché feriti durante il conflitto in Libia ed erano ospitati in alberghi della Capitale.

Preparavano un vera vendetta per il film anti-Maometto che ha infiammato Bengasi con l'assalto al consolato degli Stati Uniti e la morte dell'Ambasciatore Stevens. Questa l'intenzione dei due jihadisti. Il provvedimento è stato preso dal ministro dell'Interno, Rosanna Cancellieri, al termine delle indagini che sono state svolte dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, la Digos, diretta da Lamberto Giannini, e la Procura di Roma. L'attenzione sui due personaggi è stata focalizzata perchè segnalati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione per «la radicalità dei comportamenti» e l'atteggiamento particolarmente aggressivo, soprattutto nei confronti di propri connazionali. È stata quindi intrapresa una attenta attività investigativa da parte della Digos, direttamente coordinata dal Procuratore Aggiunto Giancarlo Capaldo, Coordinatore del pool Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma.

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