martedì 24 maggio 2011
Cei, islam e acqua, deliri kattokomunisti
MILANO - «È un diritto fondamentale permettere ai credenti delle varie religioni, musulmani compresi, di pregare nei loro luoghi di culto». Così il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata illustrando ai giornalisti i lavori della 63esima Assemblea generale in corso in Vaticano. Crociata non ha citato direttamente la polemica che agita la sfida Pisapia-Moratti, ma ha ricordato che la moschea «non è un semplice luogo di culto, ma un luogo sociale, culturale e di incontro ed è quindi giusto tenere conto di questa caratteristiche e delle esigenze che questo luogo risponda nell'utilizzo pratico alle esigenze di vita sociale della nostra nazione e comunità civile secondo la Costituzione e le leggi del Paese».
IL SOSTEGNO A TETTAMANZI - Le parole di monsgnor Crociata sono suonate anche come la presa di posizione della Cei a sostegno dell'Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, attaccato da Il Giornale: lunedì, in un editoriale, il quotidiano di Paolo Berlusconi ha accusato Tettamanzi e una parte del mondo cattolico di «darsi da fare per Pisapia», a sua volta criticato per la posizione sui luoghi di culto. «I credenti - spiega Crociata - esprimono le loro convinzioni dentro una visione della fede cristiana che guarda al bene comune e non come interesse di parte e dunque esprimono il voto nelle elezioni politiche o amministrative secondo la loro coscienza senza coinvolgere la comunità cristiana, cercando di rappresentare il bene comune dell'uomo nell'uno o nell'altro schieramento». «Non ci si può sostituire - conclude il segretario della Cei - alla coscienza di nessuno», «i fedeli si esprimono responsabilmente scegliendo in base alla propria coscienza cosa meglio risponde al bene comune nella visione cristiana della realtà».
L'ACQUA UN BENE DI TUTTI - «L'acqua è questione di responsabilità sociale e bene comune, è necessario che vi sia responsabilità verso i beni comuni. E che rimangano e siano custoditi per il bene di tutti», ha detto ancora Crociata, parlando dei referendum ambientali, che esprimono «una delle forme della volontà popolare e sono da apprezzare».
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