lunedì 16 maggio 2011

Viscidità islamiche


"Vuole sapere qual è la mia previsione per il futuro? In Italia diventeremo la maggioranza: il tasso di natalità tra i musulmani è di 3,8 figli per donna, la media italiana è di 1,2 tenendo conto anche dei nostri bambini. Basta fare un giro all’uscita di una scuola materna o elementare per rendersi conto di quanto il nostro Paese stia diventando multirazziale. Il 65% dell’immigrazione è rappresentata da musulmani". E' il parere di Hamza Roberto Piccardo, uno dei fondatori dell'Ucoii, l'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia, di cui è attualmente segretario generale. Originario di Imperia, è convertito all'Islam da venti. Sposato con una donna di Marrakesh, ha quattro figli, tutti musulmani. Possiede la casa editrice Al Hikma ("la Saggezza"), che traduce e pubblica testi storici islamici in italiano, tra cui la prima edizione del Corano per i musulmani di lingua italiana.

Signor Piccardo, come e quando si è convertito all'Islam? "Tutto è cominciato con la fine del servizio militare, nel 1974. La naja è stato un periodo di grande tensione per me, che partecipavo ai movimenti studenteschi e avevo un po' il carettere del contestatore. Alla fine di quell'anno avevo voglia di solitudine, così sono partito per l'Africa e ho attraversato il deserto del Sahara. Sono stato molto colpito dal rapporto che la gente aveva con Dio, una relazione stretta, che da noi non avevo mai conosciuto. Non è stato facile accettare la Sharia (la Legge), sono passati 9 anni perchè riuscissi a farlo. Nel 1984 ho cominciato a pregare, circa cinque anni prima avevo iniziato a fare il digiuno. Allora erano pochi i musulmani in Italia".

A che punto sono i lavori per l'intesa con lo Stato italiano che richiedete da tempo? "Come Ucoii abbiamo presentato una bozza d'intesa nel 1990 e nel 1992: siamo in attesa di una risposta ufficiale. L'anno scorso la sezione italiana della Lega islamica mondiale e il Centro culturale islamico presso la Moschea di Roma hanno promosso la creazione di un Consiglio islamico d’Italia che avrebbe dovuto negoziare l’intesa e di cui sono stato nominato segretario generale. Ma la cooperazione non è andata avanti: la Lega e il centro culturale si sono rifiutati di ratificare l’accordo. L’attività del Consiglio non è mai cominciata".

Questo significa che manca una rappresentanza unitaria dei musulmani? "Anche la rappresentanza dei cristiani non è unitaria. Oltre alla Chiesa cattolica, altre confessioni cristiane hanno trattato con lo Stato italiano: evangelisti, luterani, metodisti. Bisogna separare la politica dell'immigrazione da quella che riguarda i diritti dei cittadini e la sfera religiosa. L’intesa è un diritto che noi rivendichiamo come cittadini italiani, in base all’articolo 8 della Costituzione".

Nella bozza di intesa che l'Ucoii ha presentato nel '90 si chiede, tra le altre cose, il riconoscimento dei matrimoni celebrati secondo il rito islamico. Ma come ci si dovrà comportare in casi di poligamia, vietata dalla legge italiana ma presente in vari paesi islamici? "La legge coranica stabilisce che lo sposo non possa avere più di quattro mogli, ma tra i musulmani che conosco non sono tanti quelli che hanno la seconda, e averne una terza è già raro. Oltre a chiedere che siano riconosciuti gli effetti civili ai matrimoni celebrati in Italia secondo il rito islamico, appena ne avremo la forza faremo un’altra richiesta: consentire il ricongiungimento familiare non solo per una moglie, come accade oggi, ma anche per le altre. Un'eventuale seconda moglie ha diritto di essere tutelata quanto la prima. Ci sono marocchini che, per aggirare le leggi italiane, fanno il ricongiungimento con la prima moglie, poi si presentano in questura con un certificato di divorzio e chiedono il ricongiungimento con la seconda, che presentano come la nuova sposa".

L’intesa a cui pensate è paragonalbile al concordato tra lo Stato e la Chiesa cattolica? "Ci sono alcune differenze: la prima è che noi musulmani non ci poniamo come uno Stato. Sarà il Parlamento italiano a fare una legge motu proprio per approvare il testo dell’intesa che noi presentiamo. E poi, secondo la proposta dell’Ucoii, noi non dovremmo ottenere l’8 per mille dei contributi. Questo è un fatto che non mi dispiace, perchè la possibilità di avere quei soldi ha risvegliato tanta gente che ha poco interesse per la religione: se questo deve diventare causa di fitna, contrasto interno e sedizione, è meglio rinunciare. Piuttosto, chiediamo la deducibilità dal reddito imponibile dei contributi che i fedeli versano alle Comunità islamiche. L’Ucoii, come Onlus, ha già questo diritto".

A Milano è in corso un processo contro i membri di un ambulatorio clandestino per le circoncisioni sorto presso la moschea di Segrate. Alla Camera sono state presentate tre proposte di legge per punire chi pratica l’infibulazione femminile, una delle quali prevede pene da sei a dieci anni. Qual è la posizione dell’Ucoii su queste usanze?  "La legge islamica non ammette nessuna forma di infibulazione: ogni modifica della creazione è un peccato per la nostra religione. Questo fenomeno è retaggio di usanze tribali diffuse in tutta l’Africa sahariana e subsahariana, per lo più tra popolazioni nomadi e seminomadi. Ma riguarda anche popolazioni cristiane e animiste delle stesse regioni: ha origine nella volontà di preservare dalla violenza carnale le donne che accudivano il bestiame. C’è solo una particolare scuola giuridica dell’Islam, quella shafaita, che prevede l’accorciamento delle grandi labbra femminili quando queste siano troppo lunghe, per evitare irritazioni in condizioni climatiche particolari. La dottrina islamica prevede invece la circoncisione dei maschi in tenera età, come è prescritta agli ebrei, che la praticano regolarmente senza che nessuno si scandalizzi. In America si fa per motivi igienici nella profilassi post-parto e neonatale, ed è accettata da tutti. Anzi, alcuni studi dimostrano che l’incidenza di tumori al collo dell’utero è inferiore nei Paesi dove i maschi sono circoncisi. Dovremo piuttosto definire un accordo con il ministero della Sanità per far sì che la circoncisione dei bambini sia praticata nelle strutture sanitarie con metodi corretti".

2 commenti:

samuela ha detto...

E ovviamente Lega e PDL hanno capito tutto...Ordine e pulizia in città? Verde? Servizi efficienti? Taglio EFFETTIVO dei parassiti? Non incoraggiare l'afflusso di bipedi inutili e dannosi? No, una bella No Tax Area per chi vuole investire su Milano. Quando i cittadini gli hanno fatto ampiamente capire che sono stanchi di essere carne da macello per affaristi e speculatori, loro vanno esattamente in quella direzione. Senza controlli e senza regole. Milano come il Sud, del resto la qualità cittadina ormai quello è.

Eleonora ha detto...

Di male in peggio ancora.