Autore sconosciuto
lunedì 15 giugno 2020
Sul caso Di Matteo
Ieri sera, la mafia è entrata in tutte le case di coloro che hanno capito
Autore sconosciuto
Diversi milioni di italiani avranno sicuramente assistito alla trasmissione di Giletti. Di questi, un certo numero avrà seguito la trasmissione di Giletti. Di questi ultimi, un altro sottoinsieme avrà capito quello che è accaduto ieri sera, nella trasmissione di Giletti. A scanso di equivoci e con il massimo rispetto per tutte le vittime della tragedia Coronavirus, stasera gli italiani hanno avuto una ulteriore prova di un pericolo infinitamente più grave della Pandemia, molto più subdolo ed oscuro, assai più difficile da combattere e scardinare, nonché privo sia di vaccino che di terapie. Spero vivamente che abbiano capito in molti o, perlomeno che molti si pongano domande. Stasera, la Mafia è entrata in tutte le case di coloro che hanno capito, perché il pugno nello stomaco connesso alla terribile sensazione di impotenza è stato disarmante e devastante. Impossibile replicare lo stato d'animo con una banale trattazione letteraria. Deve essere visto e deve essere capito. Si potrebbe partire dalle similitudini tra la posizione di Di Matteo e la delegittimazione sistematica di Falcone e di Borsellino. Poi, si potrebbe continuare con le dichiarazioni di numerosi magistrati antimafia in merito a situazioni ingiustificabili, passate sotto silenzio oppure fatte apparire come un normale evento di cronaca.
Poi, si potrebbe passare alle domande, vecchie o nuove che siano: perché Bonafede rinnegó Di Matteo al DAP dopo averglielo proposto due giorni prima? Perché Di Matteo venne estromesso dalla Commissione stragi, dopo avere rilasciato un'intervista nella quale afferma di non avere divulgato nulla? Perché Palamara, potente plenipotenziario dei vertici della Magistratura esultava per questa estromissione? Perché il M5S rinnegó la sua precedente volontà di proporre Di Matteo al ministero della Giustizia, visto che sarebbe andato benissimo anche alla Lega? Perché la Mafia e i suoi capi al 41 bis nel 2018 temevano la vittoria elettorale di M5S e Lega, sperando nei partiti tradizionali? Perché il Procuratore nazionale antimafia si affretta ad intervenire in una trasmissione TV per farfugliare che è lui ad aver estromesso Di Matteo dalla Commissione stragi, ma solo perché un Procuratore si era lamentato dei contenuti dell'intervista rilasciata dal magistrato scomodo?
A seguire, perché il M5S dovendo scegliere un Ministro della Giustizia ed avendo improntato la campagna elettorale sull'onestà a sulla lotta alla criminalità organizzata, scelse Fofó e non l'irreprensibile giudice antimafia Di Matteo? Con tutto il rispetto non c'era proprio partita. Ancora, perché la circolare del DAP che ha prodotto parte delle scarcerazioni dei mafiosi venne firmata da una comune funzionaria, la quale peraltro segnaló la pericolosità ai suoi capi (Basentini in primis), senza esito? Perché fanno così tanta paura quei magistrati antimafia, ossequiati ed osannati in ogni contesto istituzionale, ma castrati ogni volta che devono ricoprire un ruolo politico? Domande, molte domande senza risposta che stridono terribilmente coi ne-fasti di Giuseppi, asserragliato nella sua Villa dorata con ospiti illustri dell'aristocrazia U.E., vassalli, consiglieri e mediatici lacchè, ma senza alcuna traccia di quel Popolo del quale continua squallidamente a professarsi "avvocato". Per inciso, mancano anche le telecamere, ovvero l'unico strumento decantato da quello che, una volta, era il M5S della lealtà e della trasparenza.
Domande dicevamo. Domande che ci ricordano quelle ancora più drammatiche che i cittadini italiani si pongono ancora oggi e che con ogni probabilità rimarranno prive di risposta. Troppe vicende occulte ed oscure che a distanza di decenni nessuno ha più la forza e la possibilità di chiarire, a meno che... non arrivi qualche magistrato un po' matto ed assai coraggioso che combatta con le intercettazioni distrutte, con le correnti dei suoi stessi colleghi e con tutta una serie di meccanismi ostativi già visti troppe volte in precedenza, con esiti tragici, ossia isolamento, delegittimazione, accuse di protagonismo ed estromissione dalle indagini. Storie vecchie sempre attuali. Le grandi Democrazie hanno gli anticorpi per queste aberrazioni, così come la maggioranza sana delle Istituzioni, ma talvolta il "virus" resta silente e non abbandona l'ospite nemmeno per i decenni che separano eventi apparentemente lontani e distinti fra loro. Nel frattempo, il Paese discute giustamente di Coronavirus ma, stavolta ingiustamente, solo di Coronavirus. Il problema più grave per molte persone è giustamente la crisi economica e questo impedisce occultamente di ragionare sulle pericolosissime derive eversive dei pezzi dello Stato che invadono il Potere di sovranità del Popolo, per interessi di natura oscura. Speriamo che molti abbiano capito, perché se molti capiscono forse qualcuno avrà il coraggio e la voglia di spiegare anche agli altri che cosa sta accadendo, senza alcuna presunzione di essere depositari della Verità naturalmente, ma solo per mettere molte pulci nelle orecchie.
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