martedì 9 giugno 2020

Lido tre archi e Matteo Salvini

Per dovere di cronaca: Lido tre archi, è come l’hotel house di Porto Recanati.

Salvini, tre archi e quell’ipocrisia a sinistra

Come tutti sanno, Matteo Salvini è transitato oggi nelle Marche e in particolare nel Fermano, passando per Montegranaro, Porto Sant’Elpidio, Fermo e Porto San Giorgio. Una visita, la sua, preceduta dall’immancabile tamtam di polemiche, soprattutto per l’incontro di Lido Tre Archi. Tra i tanti scandalizzati, si sono sentiti anche autorevoli esponenti del centrosinistra che pretendevano addirittura, dal sindaco e dall’amministrazione comunale di Fermo, una presa di distanze preventiva. La teoria è la seguente: un politico non deve andare a Tre Archi perchè a Tre Archi c’è un problema di sicurezza, quindi recarsi sul posto significa strumentalizzare, far passare il quartiere come simbolo del degrado, denigrare un’intera città.

Nel momento stesso in cui si fa un ragionamento del genere, si discrimina quel quartiere. Dunque Salvini, secondo questi signori, poteva andare ovunque, ad Amandola o a Falerone, a Pedaso o a Monterubbiano. Ma andando a Tre Archi, automaticamente si offende una città. E invece, nel suo breve intervento, non ha detto nulla di sconvolgente e, stando ai vari video che circolano sui social, mi pare abbia ricevuto anche un’accoglienza calorosa da una platea varia e multietnica. Il problema di fondo di una certa parte politica è sempre lo stesso: la convinzione che il popolo sia composto in massima parte da idioti, inguaribili creduloni pronti a seguire qualsiasi incantatore. Io penso invece che i cittadini, in massima parte, non siano affatto così sciocchi. Possono farsi illudere per un po’, ma alla lunga sanno ascoltare e capire, riconoscere chi risponde ai loro problemi, chi sa trovare soluzioni e non si limita alle promesse. Salvini, come ogni politico, ha diritto di parlare quando vuole e dove vuole. Ed ogni cittadino ha il diritto di ascoltare e decidere a chi e a cosa credere.

Andrea Agostini

0 commenti: