sabato 5 gennaio 2013

Con la retroattività


ROMA - Adesso il Fisco ha un'arma in più contro gli evasori. Potrà controllare i redditi, dal 2009 (dichiarazioni 2010) in poi, con il nuovo redditometro, lo strumento che attraverso l'analisi di più di cento voci di spesa verifica se c'è compatibilità fra il reddito dichiarato dal contribuente e il suo tenore di vita. Insomma se uno dice che guadagna 20mila euro ma poi ha un'auto di lusso, domestici, manda i figli alle scuole private e fa le vacanze alle Maldive è chiaro che c'è qualcosa che non va. Ma in realtà il nuovo redditometro ha l'ambizione di essere uno strumento ben più sofisticato, capace di stanare anche l'evasore meno appariscente. Il decreto del ministero dell'Economia che è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale contiene, nell'allegata tabella A, l'elenco dettagliato delle voci di spesa che vanno a formare il redditometro, ma anche una sorta di clausola di salvaguardia all'articolo 1, avvertendo che «resta ferma la facoltà dell'Agenzia delle entrate di utilizzare altresì: elementi di capacità contributiva diversi da quelli riportati nella tabella A». Che comunque abbraccia tutte le principali tipologie di spesa in 11 categorie: alimentari e abbigliamento; mobili ed elettrodomestici; combustibili ed energia; trasporti; comunicazioni telefoniche; casa; istruzione; tempo libero, cultura e giochi; sanità; investimenti; altri beni e servizi.

In ciascuna di queste categorie ci sono diverse voci. Si scopre così che il Fisco potrà prendere in considerazione non solo la spesa media della famiglia per mangiare, abitare, vestirsi, e i beni posseduti (case, auto, imbarcazioni, eccetera) ma che guarderà anche agli acquisti per biancheria, detersivi, pentole, riparazioni di elettrodomestici. Oppure alla spesa per l'olio per l'auto e per il meccanico. Verranno passati al setaccio anche tutti i canoni, d'affitto e di leasing, e perfino le spese per barbiere, parrucchiere, cura della persona, borse e valige, pasti fuori casa, giornali e riviste, lotto e lotterie, piante e fiori, abbonamenti pay-tv, giochi on line, iscrizione a palestre, piscine e circoli sportivi e ricreativi. Non sfuggiranno all'occhio del fisco neppure le spese per animali domestici, da quelle per la tolettatura a quelle per il veterinario. Ovviamente un peso forte avranno gli investimenti, da quelli in nuove proprietà immobiliari (incremento patrimoniale netto conseguito durante l'anno) a quelli in beni mobili (nuovi veicoli immatricolati) a quelli in titoli, azioni, fondi, buoni postali, oro, e perfino monete e francobolli, senza trascurare quadri e oggetti d'antiquariato.

Ma perché i controlli potranno essere fatti a partire dai redditi 2009 (dichiarazioni 2010)? Perché è già così, spiegano all'Agenzia delle entrate, nel senso che già oggi le verifiche si possono fare sugli ultimi 5 anni (2009-2013). Quindi il nuovo redditometro non è retroattivo, aggiungono, ma potenzia solo le modalità di verifica. Qualche settimana per mettere a punto la macchina e istruire il personale e poi, tra febbraio e marzo, l'Agenzia delle entrate selezionerà le liste dei contribuenti ritenuti a rischio, che verranno sottoposti all'accertamento attraverso il nuovo strumento. A comporre il redditometro non ci sono solo le 100 voci e passa di spesa, ma anche 55 tipologie di famiglia, nel senso che le 11 categorie di spesa declinate in cinque aree geografiche in cui è stata suddivisa l'Italia (Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e Isole) individueranno appunto che tipo di famiglia si è (tenendo ovviamente conto anche della numerosità), che spesa dovrebbe si avere, sia sulla base di rilievi puntuali (le bollette per le utenze domestiche, per esempio) sia, dove questo non è possibile, utilizzando come riferimento la spesa media per quelle voci e famiglie rilevata dalle statistiche nazionali, e di conseguenza quale reddito minimo è compatibile. Secondo le previsioni dell'Agenzia guidata da Attilio Befera i contribuenti incompatibili potrebbero essere uno su cinque, ma questo non significa che scatterà automaticamente l'accertamento sintetico del reddito e la conseguente richiesta di versare le tasse evase. Ciò infatti avverrà solo quando il redditometro metterà in luce una differenza superiore al 20% tra quanto dichiarato e quanto ricostruito presuntivamente.

In questi casi cominceranno i guai: spetterà al contribuente dimostrare di non aver evaso, spiegando per esempio che le spese apparentemente incompatibili col reddito dichiarato sono giustificate da risparmi accumulati negli anni precedenti oppure da aiuti ricevuti da familiari o anche che le spese che l'Agenzia delle entrate gli attribuisce non sono state sostenute. I contribuenti, intanto, già dal mese di novembre possono fare il redditest sul sito dell'Agenzia, una sorta di simulazione del redditometro applicato al proprio caso, in modo da capire se si è a rischio oppure no. Befera nei mesi scorsi ha sempre cercato di rassicurare i contribuenti sul fatto che l'amministrazione finanziaria procederà senza soprusi e dialogando col contribuente, ma è chiaro che c'è molta preoccupazione per come concretamente verrà usato il redditometro. Esso infatti accanto a spese effettivamente sostenute e documentate (canoni, bollette, rette scolastiche, mutui, eccetera) valuta anche spese presunte che sulla base di indicatori statistici vengono attribuiti alla famiglia per il solo fatto di rientrare in una certa categoria ed area geografica. Il redditometro, inoltre, accende un faro sulle proprietà e gli investimenti del contribuente. La valutazione avverrà in termini di incremento patrimoniale nell'anno al netto dei disinvestimenti. E finirà per pesare molto. Per fare un esempio, se uno compra una casa l'acquisto peserà per intero al netto del mutuo.

Inoltre, a rilevare saranno non solo le spese del contribuente ma anche quelle dei familiari se questi sono a suo carico. Infine, si legge nel testo del provvedimento, riguardo alle spese sensibili ai fini del redditometro «si considera l'ammontare più elevato tra quello disponibile o risultante dalle informazioni presenti in Anagrafe tributaria e quello determinato considerando la spesa media rilevata dai risultati dell'indagine sui consumi» dell'Istat. Restano fuori dal redditometro solo quegli acquisti che «sono relativi esclusivamente ed effettivamente all'attività di impresa o all'esercizio di arti e professioni». Il nuovo redditometro, che nasce sulle ceneri di quello più semplice del '92, ha lo scopo, si legge nel decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale e firmato dal ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, di «adeguare l'accertamento sintetico al contesto socio-economico mutato nel corso dell'ultimo decennio». L'obiettivo è recuperare una parte maggiore di quei 120miliardi di euro di evasione stimata ogni anno. Ma il nuovo strumento debutta in un contesto reso difficile dalla crisi, da un rapporto già problematico tra fisco e contribuenti e da una pressione fiscale che quest'anno arriverà al 45,3% del Pil. Un peso così alto dovuto certamente anche al fatto che molti italiani le tasse non le pagano. E chi le versa lo fa per tutti.

Enrico Marro

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