martedì 22 gennaio 2013

Le nostre tasse per la guerra francese


La Camera impegna il governo, in linea con la risoluzione 2085 del Consiglio Onu «per un periodo di due mesi, estendibile a tre», a «un contributo di vettori aerei per supporto logistico al trasporto di personale e mezzi in Mali». Lo prevede un ordine del giorno a firma Frattini, Tempestini e Adornato al decreto legge «Missioni» accolto dal governo. I ministri degli Esteri e della Difesa, Giulio Terzi, e Giampaolo Di Paola, hanno riferito in Parlamento sugli ultimi sviluppi nel Paese africano e hanno chiesto e ottenuto l'appoggio parlamentare all'iniziativa del governo. I termini dell'impegno italiano sarebbero così definiti: due C-130, per il trasporti di truppe e attrezzature in Mali dall'Europa e dai Paesi africani, più un'aerocisterna KC-767 per i rifornimenti in volo.

PONTE AEREO USA - Anche gli Usa hanno iniziato a garantire un ponte aereo tra la base aerea di Istres, nel sud della Francia, e Bamako. Altri aerei da trasporto truppe e materiali sono stati forniti da Gran Bretagna, Belgio, Canada e Danimarca. Il ministro degli esteri Terzi non ha nascosto che la crisi avrà «tempi lunghi» e che il sostegno della comunità internazionale punta a evitare che il Mali precipiti «in condizioni peggiori della Somalia e dell'Afghanistan»; ma ha anche rilevato che l'intervento sta già dando i suoi frutti «con la stabilizzazione militare di una situazione che, in caso contrario, sarebbe precipitata nel giro di poche ore».

TRUPPE AFRICANE - In effetti, l'intervento militare francese, al quale tra breve dovrebbero unirsi le truppe africane della missione Afisma, decisa dall'Ecowas, La Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale, ha già fermato l'avanzata jihadista verso il sud. E le truppe francesi, che lunedì avevano riconquistato, senza difficoltà, Diabaly e Douentza, hanno lasciato il presidio di Diabaly alle forze maliane. Il capo di Stato maggiore delle truppe maliane, Ibrahima Dahirou, ha stimato che le province settentrionale di Gao e Timbuctu, nelle mani jihadiste dalla metà dell'anno scorso, saranno liberate «in meno di un mese». L'Ue ha annunciato lo sblocco di altri 20 milioni di euro per gli aiuti umanitari in Mali.

1 commenti:

Nessie ha detto...

Pensa i nostri soldi dell'IMU, dove sono finiti! Nei loro cessi, perché questi farabutti non riusciranno nemmeno a far quadrare il bilancio. Cosa aspettiamo a incatenarci davanti ai loro sportelli? Coglioni noi che non siamo capaci di frenare il ladrocinio in atto.