martedì 15 gennaio 2013

Ora, votateli...


Pochi giorni fa Stefano Fassina, responsabile economico del Pd e leader della corrente di “sinistra” del partito (figuratevi quella di destra…), si è recato a Londra per baciare l’anello ai grandi burattinai, artefici maligni di questa crisi utile per ridisegnare la società occidentale in senso oligarchico. Il damerino Fassina, che solo una informazione popolata da debosciati collusi e a panza piena poteva rappresentare alla stregua di un novello Simòn Bolivar, ha sostanzialmente giurato obbedienza e promesso continuità nella subalternità a tutela degli ingentissimi interessi speculativi della grande finanza massonica globalizzata (clicca per leggere). Il Financial Times, edito dalla società Pearson (clicca per leggere), è considerato non a caso la bibbia dell’economia mondiale. Una testata prestigiosa, braccio armato di una nuova aristocrazia dello spirito, che difende e diffonde un’idea di nuovo ordine mondiale funzionale ai desiderata di una ristretta cerchia di illuminati che minano le fondamenta della nostra civiltà. Per capire quale tipo di interessi ruotino intorno al colosso editoriale britannico, senza perdersi in lunghe ricerche ontologiche sugli equilibri proprietari, basta analizzare fugacemente la figura dell’attuale amministratore delegato in carica, l’americano Glen Moreno (clicca per leggere). Tutto chiaro? Bene, ora proviamo ad unire i punti per comprendere in profondità il perché di alcuni avvenimenti apparentemente casuali. La crisi dei debiti sovrani che ha messo in ginocchio quasi tutti i Paesi dell’area mediterranea, costituisce certamente un dramma per i diversi popoli impoveriti e afflitti ma, di converso, rappresenta una fonte di guadagno inesauribile e ingente per la cosiddetta finanza immorale, quella stessa che controlla pure giornali come il Financial Times. Poiché l’euro non è difeso da una vera Banca centrale di ultima istanza, i grandi speculatori possono tranquillamente affondare la lama nel burro ricattando gli Stati sovrani al fine di garantirsi interessi sul debito sempre più alti. Il costo di questi interessi speculativi sul debito, ca va sans dire, ricade di anno in anno sulle spalle di pensionati, salariati e disgraziati vari, costretti a fare i famosi “sacrifici” per ridistribuire la ricchezza all’inverso: dal basso verso l’alto. L’attuale architettura europea è pensata, geometricamente, per togliere ai poveri per dare ai ricchi. Di fronte a questo scenario, i complici (politici ed editoriali) della finanza massonica globalizzata rappresentano ai cittadini la necessità di interventi recessivi per scongiurare la presunta incombente catastrofe. Per perpetuare all’infinito queste politiche suicide sul piano economico, disumane sul piano sociale e luciferine sul versante etico, la speculazione massonica globalizzata (quella stessa, repetita iuvant,che edita giornali come il FT o il Wall Steet Journal) deve garantirsi circa l’affidabilità di sistema dei politici che, periodicamente, si candidano a governare importanti Paesi dell’area euro, Italia compresa. In sintesi, gli speculatori pretendono che nessuno metta in discussione i capisaldi che sorreggono l’infame euro mostro: Bce e Fiscal compact in primis. Poiché l’euro infatti, a differenza dello yen, del dollaro o della sterlina, non è una moneta sovrana, è possibile per la speculazione internazionale ricattare i singoli Stati sovrani brandendo il fantasma del default. E poiché il fantasma della bancarotta (che evaporerebbe immediatamente se la Bce facesse quello che fa una qualsiasi banca centrale al mondo) è utile per imporre irrazionalmente le “salvifiche” riforme strutturali (di stampo neoliberista of course), ecco spuntare a catena la necessità di adeguarsi ai dettami del Fiscal Compact per realizzare l’agognato “risanamento dei conti” tanto cari ai mercati (che altri non sono se non gli speculatori di cui sopra che attraverso questo ingegnoso meccanismo drenano continuamente risorse dal basso verso l’alto). Hollande, non a caso, in campagna elettorale aveva promesso di impegnarsi per risolvere alla radice queste storture. In breve tempo, evidentemente, i padroni del vapore hanno trovato argomenti validi per indurre il Presidente transalpino a più miti consigli. Il pentito Hollande, pur di eludere il cuore del problema, è perciò oggi costretto a sollevare un polverone al giorno (Depardieu, il Mali, l’adozione per le coppie omosessuali ecc.). Ora è il turno dell’Italia e, dopo avere inviato un uomo di fiducia come Mario Monti, la finanza massonica globalizzata vuole assicurasi che, dalle italiche urne, uscirà comunque la formazione di un governo che continui sulla strada tracciata dal bocconiano (impoverimento dell’economia reale inversamente proporzionale all’arricchimento della speculazione finanziaria). Qualche giorno fa, dagli studi di Unomattina, Monti ha individuato in Vendola e Fassina i principali elementi capaci in teoria di ostacolare i progetti degli euro-schiavisti. Tutti i sondaggi danno la coalizione di Bersani in vantaggio e, quindi, alcune posizioni interne al Pd, non perfettamente aderenti rispetto al pensiero unico neoliberista, hanno probabilmente indispettito i padroni. La fuga di Fassina a Londra al fine di garantire la City (rectius: la finanza massonica globalizzata) circa l’assoluta affidabilità del Pd rispetto al progetto tecno-nazista in atto, va inquadrata secondo questa prospettiva. I politici italiani, di ogni colore, sono intimamente subalterni poiché ritengono di non essere legittimati a governare se non riconosciuti e accreditati presso questi oscuri e vampireschi mondi. Per cui, cari lettori del Moralista, non affannatevi troppo per queste elezioni. In ogni caso, chiunque dovesse vincere, voi avrete perso in partenza. Le partite vere, quelle serie, si giocano sempre prima del fischio d’inizio. E la speculazione affamatrice e reazionaria che distrugge le vostre vite si è già assicurata ex ante l’obbedienza dei grandi favoriti. Alla finanza massonica globalizzata, infatti, come recitava il famoso ritornello di quella fortunata pubblicità, “piace vincere facile”. Ponzi ponzi popopò…

Francesco Maria Toscano

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