venerdì 19 ottobre 2012

Infibulazione in italia


MILANO - «Secondo l'Oms, sono 135 milioni nel mondo le bambine che sono sottoposte ad infibulazione. Solo in Italia si calcola che le vittime siano circa 40mila. È il dato più alto in Europa, che in totale conta 500mila casi. L'infibulazione ha gravissime conseguenze sia fisiche che psicologiche». Parole scritte in una interrogazione di Antonio Palagiano, capogruppo Idv in Commissione Affari sociali alla Camera e responsabile Sanità del partito, indirizzata al ministro della Salute Renato Balduzzi. «Il problema dell'infibulazione investe pienamente anche il nostro Paese. Secondo l'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), in Italia, ogni anno ci sono 2-3mila bambine a rischio di essere infibulate e nella sola capitale, dal 1996 ad oggi, sono state curate oltre 10mila donne immigrate vittime di questa pratica» scrive Palagiano.

LA LEGGE - «In Italia la legge n. 7 del 9 gennaio 2006, vieta la mutilazione genitale femminile, punendo chi la pratica con pene fino a 12 anni di reclusione e, per il medico che ne fosse autore, con l'interdizione dalla professione. Secondo l'Inmp, nel nostro Paese ci sarebbero ancora alcuni medici e anziane donne delle comunità migranti che, a pagamento, praticano l'infibulazione, spesso senza anestesia e con strumenti non sterili. Per aggirare le misure previste dalla nostra normativa, le bambine vengono spesso ricondotte nel Paese d'origine per subire l'orrenda procedura. In molti Paesi europei le mutilazioni vengono eseguite nei centri di chirurgia estetica vaginale o in quelli che effettuano piercing e tatuaggi - spiega il capogruppo Idv in Commissione affari sociali -. Per questo, chiediamo al ministro della Salute Balduzzi se non intenda avviare uno studio per definire il fenomeno dell'infibulazione in Italia anche in rapporto a quanto previsto dalla legge 7/2006 e promuovere campagne di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno che pare tutt'altro che superato, con particolare attenzione alle scuole e quindi a giovani e adolescenti». Pochi giorni fa all'Onu è stata discussa un proposta di risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili avanzata dal gruppo dei Paesi africani e che potrebbe essere approvata entro l'anno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"particolare attenzione alle scuole ed agli adolescenti", e come no! mi ricordo qualche anno fa, una ragazzina in Lombardia chiese aiuto ad una professoressa perchè aveva sentito dire ai suoi genitori che l'avrebbero portata in vacanza in Arabia o dove fosse, per farla infibulare ... la prof andò dalla Polizia a chiedere aiuto, e le fu risposto: non si può agire se un reato non è stato commesso, non si possono fare processi alle intenzioni! e allora? adesso vogliono cambiare ottica? Michela.

Eleonora ha detto...

Ecco. Ma poi quando si tratta di immigrati, o ti vengono a dire (qualunque crimine extracomunitario) che è la loro cultura, o ti additano come razzista.