venerdì 5 ottobre 2012

Sostituzione continua...


(ANSAmed) – BRUXELLES, 3 OTT – Unione europea e Tunisia dovrebbero riuscire a stringere il nuovo accordo di partnership ”privilegiata” per rafforzare la cooperazione bilaterale a novembre, in occasione del prossimo Consiglio di associazione. Lo ha detto il presidente della Commissione Ue, Jose’ Manuel Barroso, al termine dell’incontro con il primo ministro tunisino, Hamadi Jebali. ”Tanti interventi sono gia’ in corso” ha affermato Barroso, che ha avanzato la possibilita’ di ”andare piu’ lontano per l’assistenza macroeconomica” alla Tunisia, di pari passo con le riforme attuate nel Paese e al coinvolgimento delle istituzioni finanziarie internazionali.

Ma cosa significa “parternariato privilegiato”?

Le relazioni fra Ue e Tunisia, ha spiegato oggi il presidente Ue, Herman Van Rompuy, si fondano su quattro linee d’azione: partenariato privilegiato tramite un nuovo piano d’azione; cooperazione finanziaria per il rilancio economico e la transizione democratica (400 mln per il periodo 2011-2012); maggiore integrazione commerciale con la prospettiva di integrazione nel mercato unico Ue; partenariato per la mobilita’. Oggi a Bruxelles il commissario Ue alla Politica di vicinato, Stefan Fule, ha firmato due accordi finanziari su giustizia e salute, con il ministro per la cooperazione tunisino Riadh Bettaieb. Quello sulla giustizia e’ un nuovo programma, per un valore di 25 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti gli altri 12 milioni di euro gia’ previsti per un progetto di cooperazione che favorisce l’accesso ai servizi sanitari di quattro milioni di tunisini. L’intervento sul fronte giustizia durera’ quattro anni e avra’ lo scopo di rafforzare l’indipendenza e l’efficienza del sistema giudiziario tunisino, migliorandone l’accesso e il funzionamento, ma anche riqualificando prigioni troppo vecchie o non conformi agli standard internazionali. Gli aiuti Ue andranno a sostegno della riforma del sistema giudiziario, della legislazione penale e delle norme penitenziarie, perche’ siano in linea con le norme internazionali a garanzia di una maggiore indipendenza, impazialita’ ed efficienza della giustizia tunisina. Il progetto sui servizi sanitari interessa quattro milioni di persone in Tunisia. L’iniziativa, che conta su un finanziamento di 12 milioni di euro, sara’ promossa nelle 13 regioni del paese piu’ penalizzate dall’assistenza sanitaria, a Est e a Sud del paese, dove abita il 40% della popolazione tunisina. Il progetto punta ad aumentare l’accesso alle cure di base, la qualita’ del servizio e le condizioni di accoglienza nei centri sanitari.

Prima di tutto, vogliamo denunciare il vergognoso sperpero di denaro delle nostre tasse (perché i soldi che la Ue spende, sono ogni anno inviati a Bruxelles dagli stati membri) per fornire servizi sanitari ai Tunisini, mentre i medesimi servizi vengono tagliati in Grecia e Spagna – e prossimamente in Italia – su richiesta della Ue stessa. E non è ridicolo che, l’Italia, debba spendere 50milioni di euro – la nostra parte del regalo eurocratico ai Tunisini – per “rendere efficiente” il sistema giudiziario e carcerario di quel paese, quando il nostro sistema non riesce a concludere i processi in tempo e le procure mancano persino di carta? Come si può leggere che stiamo dando soldi ai Tunisini per “riqualificare prigioni troppo vecchie o non conformi agli standard internazionali”, quando qui, a casa nostra, non ci sono le risorse per la costruzione di altre carceri e l’assunzione di nuovi agenti penitenziari? Vergogna. Su quali basi poi, ovviamente non democratiche, i funzionari non eletti di Bruxelles si permettono di spendere 400milioni delle tasse di Italiani, Tedeschi, Britannici, Francesi etc. per mantenere i Tunisini? Soldi che, oltretutto, finiranno nelle mani di un regime proto-islamista? Ma, purtroppo, il peggio è altro. Il diavolo si nasconde nei dettagli di questo “accordo”: la parte che chiamano “partenariato per la mobilita’“. Prosaicamente: i Tunisini saranno liberi, più di quanto lo siano già oggi, di entrare e girellare nella Ue, quindi anche in Italia, come lo sono i Tedeschi piuttosto che gli Inglesi. E come lo sono, ricordiamolo, i Romeni. E il tutto naturalmente si situa in un più ampio folle progetto di “unione mediterranea”, con l’ingresso di tutto il Maghreb e Vicino Oriente nella Ue. Turchia compresa. Viviamo un’epoca nella quale sono i matti a gestire il manicomio. Il manicomio è la Ue, i matti sono i politici, giornalisti, intellettuali…

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