venerdì 19 ottobre 2012

Gli esodati (di lusso)


Giovanna Melandri è di sicuro una persona di ottimi studi, di buona cultura generale e, cosa che non guasta, parla per giunta un inglese fluente. È stata, poi, un non immeritevole ministro dei Beni culturali e, dopo una ventina d'anni di presenza in Parlamento, ha annunciato pochi giorni fa di non voler ripresentarsi alle prossime elezioni. Ma basta tutto questo per farne il presidente di una fondazione che presiede all'attività di un museo d'arte contemporanea?

Me lo chiedo dopo aver letto ieri dell'intenzione - che in realtà sembrerebbe una decisione già presa - del ministro Ornaghi di nominare l'onorevole Melandri alla presidenza della Fondazione del Maxxi di Roma, un museo d'arte contemporanea, appunto, che tra l'altro, benché inaugurato da anni, non è ancora riuscito a trovare una propria identità e un proprio ruolo. Lo dirò senza mezzi termini: mi sembra una decisione sbagliata per almeno due ragioni generali che vanno ben oltre il caso e la persona specifici, e che sono il motivo per cui qui ne parlo. Innanzi tutto si dà il caso che l'onorevole Melandri sia un deputato del Partito democratico: ora mi chiedo se rientri nell'immagine appropriata di un ministro tecnico, come è il ministro Ornaghi, nominare ad un posto di natura pubblica una persona che, ripeto, è persona senz'altro degnissima ma, priva di qualsiasi competenza specifica per quel posto, ha invece un così marcato ed assorbente connotato politico-partitico. Un ministro tecnico, infatti, non dovrebbe dare adito neppure nella maniera più indiretta al sospetto che nella sua azione cerchi un qualsiasi modo di precostituirsi dei meriti verso una parte politica o l'altra. Sono sicuro, sicurissimo, che il ministro Ornaghi non ha di certo mai avuto un'intenzione simile, ma vi sono degli atti i quali, a dispetto di ogni volontà del loro autore, possono essere interpretati male. E allora perché non evitarli?

Vi è poi un secondo e più importante motivo che rende sconsigliabile la nomina di cui sto parlando. Da sempre è una pessima abitudine italiana che moltissimi, importanti posti di vertice (presidenze e Consigli d'amministrazione) di tutta una serie di istituzioni pubbliche e parapubbliche - fondazioni bancarie, istituti culturali, enti espositivi e teatrali (tra parentesi: su chi potrebbe essere il prossimo sovrintendente della Scala circolano voci agghiaccianti), municipalizzate, industrie a partecipazione statale, enti i più diversi, ecc., ecc. - siano riservarti a ex esponenti politici ed assimilati: quasi sempre in spregio ad ogni criterio di competenza. È accaduto così che presidenti del Consiglio dei ministri, ministri, presidenti e giudici della Corte costituzionale, deputati, senatori, presidenti di regione, sindaci, consiglieri regionali, non appena lasciato per una ragione o per l'altra il proprio incarico, siano andati ad affollare in massa i vertici della vita pubblica (economica e non) del Paese. Costituendo, rispetto ai politici di partito presenti negli organi elettivi, una sorta di vera e propria supercasta, di fatto egualmente se non più potente dell'altra, e ancora più duratura e inamovibile: grazie tra l'altro al passaggio frequente e disinvolto dall'uno all'altro posto, anche del genere più diverso. Oggi che si parla tanto - e tutti sembrano essere d'accordo - di un rinnovamento della classe politica e di un ridimensionamento del suo strapotere, non sembra davvero la scelta più opportuna nominare ad una qualunque presidenza un parlamentare non appena esso cessa di essere tale. Se un deputato, o un senatore, o un ministro, abbandona il proprio incarico, ciò sia per davvero: non già per diventare più o meno immediatamente il candidato a ricoprirne un altro da qualche altra parte.

Ernesto Galli Della Loggia

2 commenti:

Nico ha detto...

Ieri avrei voluto scrivere di questa vicenda. Ma mi deprime troppo, e mi fa incavolare a mille. Non sto nello spirito adatto. Si stanno sistemando tutti per benino... è sempre il solito giro di amici di amici, il giro nel quale i prof che ci governano campano e prosperano. Hai voglia poi a proclamare di essere onesti. E' tutta la stessa razza, coglione (o simile loro) chi c'ha abboccato a novembre scorso

Eleonora ha detto...

"Hai voglia poi a proclamare di essere onesti."

... e soprattutto a dire che sono SOLO dei tecnici quando per tre quarti di loro hanno occupato le fila di pd (o ex comunisti, vedi Fornero) e di centro.