venerdì 3 agosto 2012

Le tazze cinesi


"Nemmeno al Senato riusciamo a difendere il prodotto italiano. Al negozio di Palazzo Madama si vendono tazze made in China". E’ la denuncia del senatore della Lega Nord Roberto Castelli, che ricorda di essere intervenuto in aula in sede di dichiarazione di voto sulla fiducia al decreto Sviluppo proprio tenendo in mano una tazza con il logo del Senato e la confezione con la scritta 'made in China'. "I cinesi prosperano e le nostre aziende chiudono. Finchè non capiremo questo, ogni parola spesa sullo sviluppo sarà un’illusione", dice ancora Castelli. "Dopo otto mesi questo è il bilancio disastroso della cura Monti: il debito, rispetto ad un anno fa, è cresciuto in termini assoluti di 80 miliardi di euro (un anno fa era al 120% del pil, oggi al 123); il livello di tassazione ha raggiunto il record mondiale del 55% (l'anno scorso era due punti in meno); la produzione industriale è in caduta libera, la disoccupazione ha raggiunto livelli mai visti negli ultimi 25 anni", osserva l’esponente leghista. "La nostra industria manifatturiera versa in una crisi gravissima. Il nostro Paese è finito in una tenaglia che lo sta stritolando, le cui ganasce sono da un lato la crisi dell’euro e dall’altro la globalizzazione. Ci sono due numeri maledetti: 2 e 25. Il primo è il costo del lavoro di un’ora in Cina, 25 il costo del lavoro in euro di un’ora in Italia. Come fanno le nostre aziende a reggere questo confronto? Occorre - conclude Castelli - che l’Europa imiti la politica degli Usa: Obama ha stampato trilioni di dollari per sostenere l’economia e ha messo barriere all’ingresso per i prodotti cinesi. Il risultato è che l'economia americana cresce e le aziende tornano a produrre in patria".

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