giovedì 2 agosto 2012

La vittoria di Draghi

Ricordiamo che pochi giorni fa, l'ennesimo santone sceso in terra disse più o meno che avrebbe fatto di tutto pur di salvare l'euro. In quel momento, la borsa saliva e lo spread scendeva (di molto poco). Oggi, qualcosa o qualcuno gli ha fatto prendere una decisione diversa... e le borse scendono e lo spread risale alle stelle...

Un paio di commenti: "signori miei, abbiamo tentato, vi abbiamo fatto un c... così inutilmente, scusateci, noi professori e geni dell'economia e della finanza ci ritiriamo in buon ordine e lasciamo le decisioni ai cittadini, semprechè i politici dimostrino coraggio ad assumersi responsabilità gravi ma opportune". Finiremo sicuramente nel caos rosso con venature invisibili di centrismo dal colore indefinibile, poi nel giro di qualche anno gli italiani si renderanno conto della stupidata commessa e butteranno fuori dal governo il nuovo pc e soci, che nel frattempo ci avranno condotto non solo fuori dall'europa, ma fuori dalla realtà. Da dieci anni andiamo ripetendo che l'euro è stato la nostra rovina, che non potevamo competere con le economie del nord-europa, che era solo una follia pareggiare le monete forti con le deboli, ma le schiappe tutte tronfie ed orgogliose di averci gettato nel caos continuavano a sostenere, solo per beata ignoranza, che l'euro sarebbe stato la salvezza, inebriati così dai discorsi di banchieri e soci speculatori ed affamatori".

"Questi sono delle mine vaganti. Mi verrebbe da dire: delinquenti. Sanno benissimo quello che stanno facendo e i nostri politici incapaci si bevono tutto quello che raccontano i due mari. Fra poco rimpiangeremo il tre monti."


Parla Mario Draghi e crollano le Borse. Le aspettative dei mercati in attesa dell'intervento del governatore della Bce vengono clamorosamente disattese. L'insuccesso non può essere però imputato al Super Mario che controlla l'Eurotower, ma ai governi (e alla Bundesbank) che non offrono margini di manovra all'istituto di Francoforte. Ma passiamo ai fatti. Pur ripetendo che "l'euro è irreversibile e non si può temere che scompaia", e pur premettendo che la Bce "potrebbe adottare misure straordinarie e non convenzionali" (anche se "i dettagli verranno discussi nelle prossime settimane": un'altra frenata che innesca la fuga dai mercati Ue), Draghi non avanza di un centimetro sugli acquisti dei titoli di Stato e men che meno sulla possibile licenza bancaria (alias, potenza di fuoco illimitata) di cui potrebbe godere la Bce. Il governatore ha spiegato chiaro e tondo che "la Bce non può sostituirsi ai governi e, prima che possa intervenire sul mercato dei titoli di Stato, i Paesi devono ricorrere ai fondi salva-Stati Efsf e Esm", la cui potenza di fuoco però resta limitata. Senza tenere conto del fatto che il meccanismo di acquisti automatici dei Bond dei Paesi in difficoltà è subordinato alla decisione della Corte Costituzionale tedesca del prossimo 12 settembre.

Vincono i rigoristi - Draghi ha poi spiegato che l'Eurotower "potrebbe tornare a intervenire sul mercato", ossia potrebbe acquistare titoli di Stato sul mercato secondario, e se necessario "potrebbe varare misure di politica monetaria non standard", ossia abbassare ulteriormente i tassi d'interesse dall'attuale 0,75% (un valore che oggi, giovedì 2 agosto, la Bce non ha voluto ritoccare, anche se, ha spiegato Draghi, il consiglio ne ha discusso). I mercati si attendevano dichiarazioni di ben altra portata dal governatore: la speranza era che la Bce aprisse agli acquisti ai Bond in asta, senza dover "tappare i buchi" sul mercato secondario. Ma l'ex numero uno di Bankitalia ha lasciato intendere che, ad oggi, vincono le resistenze dei governi rigoristi: per ora la Bce non può fare di più rispetto a quanto fece la scorsa estate e lo scorso inverno, nel pieno dell'emergenza. A tal propostivo, Draghi ha sottolinato che i governi dell'area euro devono tenersi pronti a ricorrere ai fondi salva-Stati per alleviare le tensioni sui mercati del debito sovrano "in casi eccezionali" e a "condizioni molto strette". Poi il monito: "I Paesi dell'Eurozona devono andare avanti con le riforme strutturali e con il consolidamento fiscale con determinazione e in modo rapido". Quindi un'altra secchiata di pessimismo: "La crescita economica nell'area euro resta debole anche per via delle continue tensioni sui mercati finanziari e del clima di incertezza". Nel dettaglio a pesare sono "l'elevata disoccupazione" e "il rallentamento dell'economia globale".

Crollano le Borse - Impressionanti le ripercussioni in negativo delle parole di Draghi sulle piazze affaristiche. All'inizio del discorso i rialzi di Piazza Affari flirtavano con il 2 per cento. Nemmeno quindici minuti dopo le prime parole del governatore il tracollo: a Milano il paniere principale Ftse Mib sprofondava del 2,4% mentre il complessivo All Share del 2,20 per cento. Male anche gli altri indici continentali: Francoforte lasciava l'1,17%, Parigi l'1,34%, Amsterdam lo 0,85%, Londra lo 0,68%, Madrid addirittura il 4,4% e Atene lo 0,36 per cento.

Spread ed euro - In parallelo al crollo delle Borse, il volo dello spread: il differenziale tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi sulla piattaforma Tradeweb volava sopra i 480 punti, per oi raggiungere i 485; sulla piattaforma Reuters il valore restava superiore ai 450 punti, con un rendimento pari al 5,82 per cento. Brutte notizie anche per l'euro, che retrocedeva sotto quota 1,22 rispetto al dollaro. Draghi, nel corso del suo intervento alla Bce, ha sottolinato come "i tassi di rifinanziamento del debito pagati da alcuni paesi dell'area euro sono alti in modo eccessivo a causa della frammetnazione della trasmissione della politica monetaria".

1 commenti:

Johnny 88 ha detto...

All'epoca ero ancora alle medie, ma ricordo gli entusiasmi generati dall'europeismo. Ricordo i magnifici grafici dei santi padri dell'Europa che ci imbonivano. Ricordo la propaganda a scuola e i libretti del min-cul-pop che magnificavano la moneta unica. Vorrei tanto averli ancora tra le mani per ridere un po' viste le nefaste conseguenze del n-Eurodelirio, che doveva renderci tutti piu' ricchi e invece c'ha ridotti in mutande, che doveva proteggerci dalla speculazione e invece ci ha cacciati in un nuovo '92.