mercoledì 29 luglio 2020

Sul linciaggio di Andrea Bocelli

Distrazioni pop di massa (piccola riflessione a titolo personale)

Le idee di Andrea Bocelli sul covid, le sue frequentazioni politiche, le sue esternazioni, la sua musica possono piacere o non piacere. Ovvio, direi, e scusate la banalità. Ma non comprendo il linciaggio mediatico cui Bocelli viene sottoposto. Fra l'altro, va ricordato che la sua fondazione ha donato un apparecchio Tac di ultima generazione all'ospedale di Camerino nella fase in cui era covid center. 

Mi chiedo anche perché ciò  che la sua fondazione ha donato ai terremotati - due scuole, dove altrimenti tuttora non esisterebbero, e un auditorium alla massacrata Camerino che da sola ha più danni dell'intera Umbria - non abbia provocato altrettanta risonanza mediatica. Forse perché sarebbe stato necessario parlare di ricostruzione post sisma, anzi di non-ricostruzione? Di un ospedale smantellato senza preavviso in un sabato pomeriggio, per poter usare 4 postazioni di terapia intensiva, perché la rete sanitaria territoriale (quella che ha salvato la Germania) da noi è  stata fatta a pezzi?

Francamente mi sarei aspettata questa generale levata di scudi social per certe tremende falle nella gestione dell'emergenza, per le mascherine-scherzo fatte di panno spolvero, per le conferenze stampa surreali, per le forniture di dispositivi di sicurezza pagate con denaro pubblico e mai arrivate,  per le vane attese di un tampone e di un ricovero finite con la morte dei malati. Per gli scandali in tempo reale, mentre la gente crepava senza respiro dopo due settimane di sintomi curati con la tachipirina in casa. Per il fallimento ennesimo e tragico del monopolio dell'emergenza. Non saremo per caso diventati una mandria di bovi  (nel senso dialettale-ironico del termine, senza scomodare i quadrupedi), anzi di bovi 2.0?

Dal facebook di Arquata e le altre

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