venerdì 24 luglio 2020

La colpa è sempre di Salvini

Vorrei analizzare brevemente l’ultima frase aberrante di Matteo Salvini: “Il governo sta spargendo infetti. Magari è una strategia per tenerci sotto lo stato di emergenza fino al 31 ottobre. Non c’è nessuna emergenza sanitaria, chiunque voglia prorogare lo stato d’emergenza è un nemico d’Italia e degli italiani”. Intanto l’uso del verbo “spargere”, spargere infetti. Si sparge il diserbante, lo zolfo sul terreno, il sale sulle strade. Il concime. Salvini non utilizza un verbo che si associa ad esseri umani, perché non li considera esseri umani. E infatti li chiama “infetti”. Infetti, perché non sono individui, ma appestati, virus deambulanti, untori esotici, quindi ancora più pericolosi perché chissà quale variante del virus portano. Magari quello pipistrello/scimpanzè/cous cous. Dimenticando che gli untori, fino all’altro ieri e forse ancora un po’ oggi, eravamo e siamo noi. 

L’avrei voluto sentire chiamare “infetti” gli italiani che stavano morendo a marzo, ad aprile. Vorrei sentirlo chiamare “infetto” il vecchietto sotto il casco ventilato, ancora oggi. Gli è mancato e gli manca il coraggio, come sempre. Forte coi deboli. Aggiunge poi che spargere infetti è una “strategia per prolungare lo stato di emergenza”. E certo. Fanno già il tampone in Libia. Se sei positivo sali, se sei negativo resti a terra sperando che qualcuno ti starnutisca in faccia. Ora, qui siamo oltre il 5g, le scie chimiche, i rettiliani, i microchip sotto pelle, il big foot. Qui siamo al delirio acuto. Il governo che sparge infetti perché vuole controllarci. Perché è un NEMICO. Immaginate di essere nella sala di aspetto di un dentista o dal notaio ed entra uno che inizia a urlare: “Il governo sparge infetti perché vuole controllarci. Perché è un NEMICO!”. Si chiamano i carabinieri, un’ambulanza e si fa portare via, magari commentando “poverino” e ridendoci un po’ su. 

Ecco. Quell’uomo lì, sta al 25%. A spargere idiozie complottiste utilizzando esseri umani la cui unica alternativa nella vita è rischiare di affogare per raggiungere un paese reduce da una pandemia con 35 000 morti, indebitato fino al collo, con l’economia a picco e un politico che li ritiene concime sparso per impuzzolentire il paese. E sì, facciamocene una ragione: un paese in cui un uomo del genere ha quel consenso, è un paese in stato di emergenza. E non sarà il contagio zero, a tirarcene fuori.

L’utile idiota Selvaggia Lucarelli

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