Da Economia Democratica
giovedì 2 luglio 2020
Conte e la UE
Conte: ma l’ultimatum alla UE, non era di 10 giorni?
Da Economia Democratica
Lasciamo anche stare i ricatti di chi, coi soldi nostri da ridare indietro con gli interessi, ci chiede le riforme. Vi rendete conto in che mese siamo? Sono passati mesi. Eravamo a marzo quando tutto è stato chiuso e sono arrivate le promesse. Giustamente, in quel momento, era stato detto che i soldi servivano subito, immediati, senza se, senza ma, c'erano delle famiglie da sostenere, delle imprese, delle vite. Così, Conte diede il suo perentorio ultimatum all'UE: 10 giorni o facciamo da soli. E alla fine, mentre i giornali vi riempiono la testa di solidarietà, di parole, di promesse, indovinate come deve, o dovrebbe, fare l'Italia? Da sola. Sì, perché sul fantomatico Recovery Fund ancora devono parlare, discutere: mi spiace europeisti, è già tardi. Domani è tardi. Oggi è tardi. Un mese fa era tardi. L'UE doveva darci i soldi subito. A maggio a dire tanto. E invece sapete quale è la assurdità? Che i soldi che si possono raccogliere, l'Italia li raccoglie in modi astrusi e complicati, ma con le stesse esatte modalità con cui potrebbe raccoglierli da sola. Vi spiego. Gli acquisti della BCE per tenere bassi i tassi d'interesse potrebbero essere fatti dalla Banca d'Italia. La differenza? Lo farebbe senza alcun limite o problema. E altri verrebbero comunque acquistati dai risparmiatori interessati, come adesso. Il deficit di bilancio aggiuntivo necessario per superare questa crisi sarebbe un intervento normale e inattaccabile. La differenza con adesso? Sì, è vero, le regole sul patto di stabilità sono state sospese ma, preparatevi, perché pagheremo ogni centesimo di deficit effettuato in questo periodo, perché le regole torneranno e di nuovo vorranno, anzi già vogliono, le riforme e i conti in ordine. Ma allora mi chiedo: perché? Perché uno Stato deve sottostare a queste assurde regole ed essere perennemente minacciato se osa aumentare la sua Spesa Pubblica, quando potrebbe farlo tranquillamente per conto suo, senza dover rendere conto a organismi fuori dallo Stato? La cosa bella è che un motivo sensato non c'è. La cosa brutta è che molti italiani sono i primi a difendere questo sistema.
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