venerdì 10 luglio 2020

Il mes

Chi  vuole il mes, umilia gli investitori italiani

Ve lo abbiamo già detto ma è bene ribadire un concetto fondamentale: tutti i partiti e personaggi che appoggiano il MES umiliano gli investitori italiani e l'Italia stessa. La preferenza di questi individui per il MES, rispetto all'emissione di titoli, sta principalmente nel fatto che è un prestito a bassi tassi d'interesse e che quindi ha un basso impatto sul debito pubblico, rispetto ai tassi dei BTP e che, dicono loro, non ha condizionalità. Sul secondo punto ci spendo poche parole: primo perché le condizionalità, previste per legge, non si tolgono a voce, secondo perché nemmeno i BTP hanno condizionalità e dunque, già il preferire un prestito di un istituto straniero e fuori da ogni controllo piuttosto che dare ricchezza ai risparmiatori italiani è abbastanza umiliante e fa riflettere. Ma andiamo al primo punto: i tassi d'interesse. Sapete perché è umliante? Per due ragioni. La prima è che il MES è un PRESTITO PRIVILEGIATO, ossia va restituito prima di tutti gli altri prestiti dal nostro Paese: dunque, chi dice di prenderlo, sta implicitamente dicendo a chi ha investito o sta investendo sui BTP italiani, perché crede magari in questo Paese, che il loro diritto a essere ripagati del loro investimento viene DOPO quello del MES. Bello vero, mettere i propri cittadini in secondo piano? Ma ci siamo abituati. La seconda è che questo ha delle conseguenze ovviamente: se le restituzioni dei BTP sono SUBORDINATE alla previa restituzione delle rate del MES, inevitabilmente i tassi d'interesse sui BTP saliranno.  Quindi, accedendo al MES avremmo, anche su questo fronte, un DOPPIO DANNO: l'Italia pagherà tassi d'interesse più alti, sarà legata mani e piedi alle riforme richieste da fuori e dovrà, in più, ripagare prima il MES e poi i propri cittadini. Insomma, l'ennesima umiliazione per gli italiani.

Economia democratica

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