lunedì 27 aprile 2020

Sulla fase 2

Quelli che dicono: "capisco le esigenze lavorative, capisco le attività commerciali, comprendo il disagio di commercianti e partite iva, ma occorre prima valutare l'andamento del contagio e mettere in sicurezza il Paese", (che fa pure figo!), sono per lo più dipendenti pubblici col culo al caldo. A fine mese c'è pantalone che accredita loro lo stipendio. 

La setta dei "restoacasisti" (neologismo coniato dal collega e amico Alessandro Leo) è quella che comodamente dal divano di casa deve solo aspettare lo stipendio. Fritture di pesce e flash mob sui balconi.

Se noi partite Iva, che dal 12 marzo non stiamo incassando nulla (non a causa nostra), non riuscissimo a pagare le tasse (con che soldi?!), saltano pure gli stipendi dei dipendenti pubblici.

Io, al momento, non ho alcuna possibilità (causa di forza maggiore a me non imputabile) di pagare tasse e contributi. Non per mia volontà ma perché lo Stato mi ha obbligato a stare chiuso per due mesi, e non ho ancora ricevuto neppure l'elemosina dei seicento euro.

E non mi indebiterò di certo con le banche per pagare le tasse che servono a pagare lo stipendio ai fancazzisti o ai sindacalisti di sto cazzo, altra categoria super-tutelata per non fare nulla se non tutelare se stessa tradendo i diritti dei lavoratori.

I miei figli hanno gli stessi diritti dei vostri, ma non vedo lo stesso trattamento. Pazienza, ma non lo dimenticherò.

Oggi a noi, domani a voi. Prosit.

Giuseppe Palma

#Contedimettiti

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