mercoledì 1 aprile 2020

Riflessione sugli immigrati

Migranti di Toni Capuozzo

... In questi giorni un sindaco di destra, a Piombino, è stato l’unico a consentire a una nave da crociera, la Costa Diadema, di entrare in porto. Il comandante e l’equipaggio sono italiani, la nave batte bandiera italiana, ma ha a bordo qualcuno ammalato: gli altri porti erano chiusi. Come tutti quelli europei: il 16 marzo la tedesca Von der Leyen ha annunciato la chiusura dell’Europa a ogni viaggio non essenziale per 30 giorni. Ho provato a tenere conto degli sbarchi: quasi azzerati. Ottantadue sbarcati a Lampedusa, e messi in quarantena in un hotel requisito, perché nell’hotspot c’erano già 26 persone in quarantena. Quarantaquattro sbarcati nel brindisino, e indossavano le mascherine. In tutto il mese di marzo 241 sbarchi. Ho sempre sostenuto che le migrazioni, quando non si tratta di fuga dalla guerra, devono esser incanalate nella legalità: visti, quote, sicurezza nei viaggi e dignità vera nell’accoglienza. L’ho sostenuto contro l’idealismo facile di chi apriva a chiunque si presentasse: il biglietto d’ingresso era il rischio di morire, e il prezzo della traversata.

E adesso mi chiedo: ma allora se si sono azzerati gli sbarchi, cosa succede? Succede che gli scafisti, privi di mascherine, si sono spaventati? Succede che l’inferno libico, dove le fazioni continuano incuranti di tutto a farsi la guerra, come due calvi che litigano per un pettine, è migliore del nostro purgatorio italiano? E gli allarmi su imbarcazioni in difficoltà? Secondo Alarm Phone ci sono state diverse chiamate, ma nulla più. Stanno avvenendo naufragi di massa e non ce lo dicono o semplicemente non si parte più, dalle spiagge libiche? E le navi delle ONG dove sono? Mediterranea ha comunicato la sospensione delle missioni. Ferme per riparazioni le navi della spagnola Open Arms, non so dov’è Carole Rackete, la tedesca più amata dagli italiani, forse le restrizioni valgono anche per lei. Ma una cosa è certa, adesso che nel Mediterraneo non ci sono soccorsi. Le ONG che hanno sospeso le operazioni non si accorgono, in questo silenzio, di dare un potente argomento a chi diceva che le migrazioni, e le morti, ci sono perché loro le attirano, come lampadine con le farfalle notturne.

Sulla situazione in Africa, dove l’affacciarsi del virus si somma all’invasione delle cavallette, bisognerà riflettere, con umanità e chiarezza: quando in maniera graduale riapriremo i porti, accetteremo ingressi da paesi in cui c’è chi fugge, come abbiamo fatto noi dal nord Italia, dal virus? Faremo all’arrivo i tamponi che non siamo stati capaci di fare ai nostri malati, ai nostri sani, ai cittadini che lo chiedono? Sull’altra sponda e sulle altre porte d’Europa, questa era la situazione ieri:

Egitto: 41 morti, 465 positivi,150 ricoverati
Libia: 0 morti, 8 positivi, 0 ricoverati
Tunisia: 10 morti, 349 positivi, 3 ricoverati
Algeria: 35 morti, 512 positivi, 37 ricoverati
Marocco: 33 morti, 526 positivi, 15 ricoverati
Turchia: 46 morti, 1114 positivi,52 ricoverati

Già, in che pagina di notizie è scivolata la Grecia, dove l’Europa stava naufragando tra i lacrimogeni già prima di non voler scucire neanche un eurobond? E l’isola di Lesbo? Mi chiedo: se i cittadini greci impediscono gli attracchi, se i contadini pattugliano con i trattori, non è che la correttezza politica imposta dall’alto genera il suo contrario? Potete cavarvela dicendo che sono neonazi o fascioleghisti, come usa dire. Ma gli abitanti di Lesbo, cinque anni fa, cucinavano per i nuovi arrivati. Gli abitanti di Lesbo sono stati candidati al Nobel per la Pace. Avevano, 5 anni fa, un campo per 3000 ospiti. Adesso sono 14.000. Cos’è l’Europa? Una grande sala di terapia intensiva dove c’è posto fino a un certo punto? Almeno gli anestesisti ce l’hanno detto chiaro. I profeti dell’accoglienza non ci hanno mai spiegato chi scegliere, tu avanti, tu resta dove sei... 

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