n la lente deformante
giovedì 16 aprile 2020
Il tiro al bersaglio
Questo tiro al bersaglio sulla Lombardia non mi piace. Evidenziare gli errori nella gestione della pandemia, forti dei pessimi numeri che si sono riscontrati nella regione (in termini di ricoverati e deceduti) è fin troppo facile. Non è questione di difendere una parte politica piuttosto che un'altra. Certo lo sbaglio più grande sembra quello di non avere chiuso la provincia di Bergamo, come si era fatto per Codogno. Certo i tamponi dovevano essere estesi a gran parte della popolazione. Ma obiettivamente non era fattibile, bisogna avere l'onesta intellettuale di ammetterlo. Mentre il Veneto ha gestito in scioltezza il suo piccolo focolaio, la Lombardia è stata investita da un'onda talmente vasta di contagi che l'unica cosa possibile è stato resistere con i mezzi che c'erano. Anche volendo, non era possibile applicare la metodologia veneta sui tamponi, perché non esistevano reagenti sufficienti, perchè i centri per le analisi non potevano elaborare così tanti dati ogni giorno. Quindi è stato gioco forza per l'amministrazione regionale affermare di volersi attenere alle indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità che invitava a fare tamponi solo ai casi più gravi. La realtà è che comunque non si era in grado di fare di più.
Anche sulla gestione delle RSA qualcosa bisogna dirlo. E' indubbio che l'idea di mandarci i malati Covid in via di guarigione non è stata la scelta più lungimirante, ma è altrettanto vero che decine e decine di RSA in tutta Italia stanno vivendo situazioni drammatiche senza avere ospitato malati Covid. Quindi la verità è che il virus si è insinuato in queste strutture, trovando terreno fertile nella debolezza dei pazienti e nella obiettiva impreparazione delle strutture ad affrontare l'epidemia e ha fatto strage.
Infine sui morti. Mi rifiuto di credere che i lombardi siano più deboli degli altri Italiani. Mi pare poco credibile che le cure dei medici lombardi siano così deficitarie rispetto a quelle dei loro colleghi di altre regioni da determinare maggiori perdite di pazienti. E allora la verità è una sola: se ci sono molti più morti è perché in Lombardia ci sono stati infiniti più contagi (mai diagnosticati) che nelle altre regioni. Per questo il numero di morti è proporzionalmente più alto. Solo dopo aver dato per assodato il fatto che la Lombardia ha subito un'ondata di contagi che non ha paragoni in nessuna regione italiana, si può criticare la gestione dell'emergenza. Ed è giusto farlo, perché errori ce ne sono stati, ma con l'onestà di riconoscere che si è affrontato un problema decuplicato rispetto agli altri.
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