lunedì 7 marzo 2022

Il credito sociale

Era prevedibile: il governo Draghi-Speranza approfitta della guerra russo-ucraina per far dimenticare il dibattito sulle restrizioni delle libertà ancora in corso, prolungarle indefinitamente e aggiungerne di nuove, consolidando sempre più la svolta autoritaria. Il Dpcm del 2 marzo - l'ennesimo della serie - è stato fatto passare nel silenzio più totale, ma introduce misure inquietanti che giustificano il timore di un'emergenza infinita dissimulata sotto un presunto ritorno alla normalità. La validità del green pass dopo "il richiamo" (che può essere la terza dose o anche quante successive, la dizione è intenzionalmente ambigua) viene prolungata a 450 giorni rinnovabili per altri 450. Ciò vuol dire che l'esecutivo non ha nessuna intenzione di eliminarlo (come del resto apertamente dichiarato da Speranza, Sileri o Ricciardi), e vuole invece tenerlo in vita come una spada di Damocle eternamente sospesa sulle teste dei cittadini, un lucchetto alla porta delle loro celle da far scattare ogni volta che lo riterrà opportuno per ricattarli su qualsiasi tema. Intanto, coerentemente, il Dpcm stabilisce anche che le apparecchiature per la lettura del pass sui luoghi di lavoro vengono ulteriormente perfezionate in modo da "leggere" istantaneamente tutta la situazione vaccinale (e domani fiscale, giudiziaria, bancaria, o altro) dei dipendenti, coordinandosi organicamente con le banche dati delle agenzie governative. Zitto zitto, dissimulato sotto abbondante fumo gettato nei nostri occhi, il sistema dei crediti sociali alla cinese fa un altro passo avanti in Italia. Nella distrazione e nel silenzio di quelli che dovrebbero difendere i diritti costituzionali, e si illudono che con la fine dello stato di emergenza (mentre ne è stato proclamato un altro se possibile ancora più assurdo e unico al mondo) tutte le restrizioni cadranno come negli altri paesi. Invece qui non si elimina proprio niente, ma si predispone il regime della sorveglianza perenne e capillare. Dov'è il blocco politico, culturale, sociale pronto a dare battaglia per la restaurazione della Costituzione?


Eugenio Capozzi

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