lunedì 28 marzo 2022

Draghi l’ammazzaitaliani

Non capisco questo clamore per i toni pirotecnici di Biden che hanno fatto storcere il musino perfino ai guerrafondai trincerati dietro al divano, con l’elmetto in testa, la Stampa tra i denti ed il telecomando della tv nella fondina. Io, invece, al netto della tontolaggine senile, il tono di Biden lo comprendo benissimo. È palese che in realtà quella in atto è una guerra tra Russia e America, per interposta nazione. Ed è una guerra iniziata tanto tempo fa. Lo stesso presidente americano nella sua incontinenza verbale non ha fatto mistero di inviare da oltre 10 anni armi all’Ucraina del valore di oltre 5 miliardi di dollari… altro che la ferraglia che spediamo noi. Abbiamo scoperto che da anni l’Ucraina, equipaggiata ed addestrata dalla Nato, partecipa alle esercitazioni belliche congiunte. Sappiamo dell’installazione americana in terra ucraina di 4000 laboratori di microbiologia. Ed è palese che la ferrea resistenza è frutto dell’attività di intelligence statunitense che si prodiga alacremente inviando ai combattenti immagini satellitari, scansioni radar e intercettazioni delle truppe russe. Cos’altro c’è da sapere e da capire? L’America–Dem si sente in guerra e, con il culo al caldo, parla e si comporta di conseguenza. Più che guardare la pagliuzza nell'occhio lattiginoso di Biden, dovremmo invece prestare attenzione alla trave che punta decisa alle nostre terga italiche.


Eh sì, perché non è il tono di Biden ad essere stonato, bensì quello arcigno e apparentemente suicida di Draghi che, in modalità Rambo, fa di tutto per mostrarsi il più "falco" degli europei. Ha prontamente dichiarato lo "stato di emergenza" (non l’hanno fatto neppure i Paesi limitrofi), senza alcuna titubanza impone sanzioni economiche alla Russia (malgrado noi siamo i primi a rimetterci), con estrema determinazione dispone l’invio di armi, paventa razionamenti e sacrifici, preannuncia un’economia di guerra e va a testa bassa allo scontro con la diplomazia russa. Quando Macron e finanche Borrel hanno contestato le parole dal sen fuggite di Biden, lui non solo non ha detto mezza parola, ma ha addirittura difeso l’infausto giornalista de la Stampa che sobriamente auspicava l’omicidio di Putin. E ora sto banchiere alle grandi manovre vuole impegnare il 2% del PIL per aumentare le spese militari. E tutto ciò mentre il PNR è saltato, l’inflazione è al 10%, i prezzi aumentano, le bollette sono alle stelle, le imprese chiudono e 100milioni di cittadini sono a rischio povertà.


E allora dovremmo chiederci: ma a cosa mira veramente Draghi? Non mi pare che dietro quel freddo sguardo rettiliano si nasconda uno scamiciato passionario dai profondi valori umani che, per difendere valori e ideali, in nome della solidarietà, si lancia nella pugna anche a costo di distruggere il proprio paese. Dove vuole andare a parare?  In nome di chi e cosa ha stabilito che questa guerra dovesse diventare la nostra guerra? Forse questa nuova emergenza serve a coprire le disastrose conseguenze di scelte scellerate anti pandemiche? O, peggio, come si vocifera, fallita la missione quirinale, nelle sue mire adesso c'è il posto di Segretario Generale della Nato che si libererà proprio quando in Italia (FORSE) si andrà a votare? Poniamocele queste domande, perché ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Poniamocele anche a rischio di essere etichettati “figli di Putin”. Perché è meglio essere figli di Putin che orfani dell’intelligenza.


Salvino Paternò 

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