venerdì 4 marzo 2022

Dei malati psichiatrici

Il tramonto della democrazia occidentale. Maccartismo 2.0 e caccia alle streghe


Da qualche giorno mi sembra di essere precipitato in una puntata di Black Mirror. Un'ondata di isteria russofoba si è scatenata sul nostro Paese inghiottendo tutto. Veicolata dal clangore mediatico di una informazione travestita da propaganda e propiziata dal furore bellico di un'imbarazzante classe politica pronta all'Armiamoci e Partite. Mai così fomentata nelle senili velleità guerrafondaie e mai così unita nell'accucciarsi ai piedi degli USA e della NATO.  Il pensiero unico liberal agisce come un carrarmato, delinea le proprie ossessioni pedagogiche e le sue verità orwelliane distruggendo chiunque articoli un pensiero critico o semplicemente suggerisca un approccio differente alle questioni. Come in uno specchio deformante tutto ciò che i nostri sinceri democratici rimproveravano a quelli che loro chiamano "Regimi Illiberali, Dittature, Paesi Canaglia", si sta materializzando all'interno della nostra società. I più buoni, quelli che quotidianamente si riempivano la bocca di inclusione, pluralità e libertà di espressione, sono diventati improvvisamente muti, ciechi e sordi come le famigerate tre scimmiette, davanti ad una società sempre più intollerante che brandisce discriminazioni, volgare censura e cancel culture come ordigni per annichilire chiunque non faccia parte del coro e abbia l'ardire di pensarla diversamente. 


In rapida successione abbiamo visto il sindaco della capitale economica del nostro Paese - un ometto di nome Sala - indossare la camicia nera e atteggiarsi a Podestà per cacciare dalla Scala il Maestro Valery Gergiev, uno dei più prestigiosi Direttori d'Orchestra al Mondo. La sua colpa? Essere russo e non abiurare il proprio Paese. Subito dopo una delle migliori soprano, Anna Netrebko, ha annunciato la sua rinuncia per non fare la sua stessa fine, essendo anche lei incorreggibilmente russa. Nel frattempo a Reggio Emilia veniva cancellata l'esposizione delle opere di Alexander Gronskji dal Festival della Fotografia Europea. Un fanatico putiniano penserete voi? No, nello stesso momento stava manifestando a Mosca per la Pace, contro la missione militare in Ucraina. Ma che conta? Era russo e tanto basta. Come era russo il Campione di Tennis Medvdev cui stanno chiudendo le porte del Grande Slam nonostante si sia pronunciato contro la guerra, come erano russi i portatori di handicap contro cui si è accanita la Federazione Internazionale escludendoli dalle ParaOlimpiadi. Nel 1942 i negozi fascisti esponevano davanti all'entrata il cartello "Vietato l'ingresso ai cani e agli ebrei".  Nel 2022 diversi ristoranti e hotel del nostro Paese ripetono lo stesso infame copione contro i cittadini di etnia russa.


Diversi cittadini russi, soltanto negli ultimi giorni, hanno denunciato di essere stati ripetutamente aggrediti verbalmente e fisicamente. All'Università Bicocca di Milano hanno sospeso il seminario dedicato a Fiodor Dostoevskij. Il celebre scrittore e filosofo moscovita a cui hanno perfino dedicato un cratere sulla superficie di Mercurio ha colpevolmente omesso di dissociarsi pubblicamente da Putin. Pur essendo morto nel 1881 in effetti è un errore imperdonabile. Il prossimo passo quale sarà? Bruciare in pubblica piazza i libri di Tolstoj, Puškin e Cechov come i vecchi tempi? Strappare le poesie di Majakovskji? Giornali e tv hanno rapidamente indossato l'elmetto e impugnato la baionetta. Tutti i giorni tentano di infantilizzare il pubblico dividendo come nelle favole il mondo in buoni e cattivi , tutto in nome di un universalismo astratto: Noi occidentali siamo quelli buoni, quelli che portano la civiltà. Tutti gli altri sono perfidi, i dittatori pazzi soprattutto, sempre comunque e incontestabilmente pazzi. La patologia psichiatrica altrui come risposta ad ogni contraddizione, ad ogni complicato confronto geopolitico. 


Ogni residuo decoro pare ormai venuto meno: il corrispondente RAI da Mosca Marc Innaro è sparito dal TG1 dopo aver commesso l'imprudenza di dire la verità. Mostrando una mappa dell'Europa aveva spiegato l'evidenza e cioè che: "Basta guardare la cartina geografica per capire che, negli ultimi 30 anni, chi si è allargata non è stata la Russia ma la NATO". Immediatamente si è scatenato il feroce Editto Bulgaro del Partito Democratico, con condanna inappellabile e richiesta di rimozione fulminea da parte di Enrico Letta, nonché interrogazione urgente del PD in Commissione di Vigilanza. Ma anche nel nostro privato cominciamo ormai a sentire sempre più forte quest'odore mefitico di censura nei confronti di qualsiasi pensiero controcorrente, ad avvertire l'approssimarsi della morsa gelida delle discriminazione che colpisce la cultura, le idee, le parole. Diverse persone a me vicine sono state colpite direttamente e indirettamente. La mia amica Silvia non può più seguire le sue lezioni di russo on line perché è stato bloccata ogni piattaforma multimediale di comunicazione con la sua insegnante di lingua madrerussa. Clara Statello ha subito forti restrizione e rischia di perdere il posto di lavoro perché la piattaforma giornalistica su cui lavorava, Sputnik, è stata bloccata e chiusa. La nostra democrazia è così fragile e impaurita da aver bisogno di tacitare tutte le voci dissonanti? Ma non ci avevano insegnato che erano le dittature a discriminare chi la pensa diversamente e a eliminare le voci critiche?


Roberto Vallepiano

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