lunedì 9 novembre 2020

Kamala Harris

Tutti i leccapiedi, gli scribacchini e gli intellettualoidi de’noantri si stanno già sbizzarrendo per elogiare la futura e nuova Vicepreside Usa, Kamala Harris. Giudizi trionfalistici ed elogi smisurati che nascono solo e soltanto dal fatto che sia donna e afroamericana, insomma una sorta di Obama in gonnella ma più cattiva. Più cattiva perché la cara Kamala è una fervente “anticattolica”, talmente “anticattolica” da aver insinuato, nel 2018, in modo nemmeno troppo velato che l’adesione ai princìpi della morale cattolica ortodossa sia squalificante per il ruolo di giudice federale. L’ostilità della Harris nei confronti del cattolicesimo non è circoscritta all’inquisizione dei candidati cattolici alle corti federali, si estende anche alla persecuzione degli enti pubblici che per missione rispettano la teologia morale cattolica. Utilizzando i suoi incarichi pubblici per fare pressioni su queste istituzioni, la Harris si è guadagnata un lauto sostegno finanziario da parte di persone e gruppi pro aborto.


Ma c’è di più, c’è di peggio: nel 2015, la Harris ha sostenuto con entusiasmo il cosiddetto Reproductive FACT Act della California, un progetto di legge che obbligava i centri pro life di aiuto alle donne in gravidanza a dire alle loro clienti dove avrebbero potuto ottenere aborti gratuiti e a pubblicizzare le cliniche per l’aborto e, sempre 2015, utilizzò il suo potere di procuratore generale dello Stato per far chiudere sei ospedali cattolici per conto di un altro dei suoi sponsor politici, la Service Employees International Union. Come senatrice degli Stati Uniti, la Harris ha introdotto l’orwelliano “Do No Harm Act”, il cui scopo è obbligare persone e organizzazioni religiose a svolgere attività che violano direttamente le loro convinzioni. È anche co-promotrice dell’“Equality Act”, che costringerebbe gli ospedali cattolici, per esempio, a praticare interventi per il cambio di sesso, ad aprire agli uomini i bagni riservati alle donne e a obbligare le ragazze e le donne a competere nelle gare di atletica con ragazzi e uomini. Kamala non ha mai nascosto il suo intento di portare a termine il piano di Blanshard: costituire un movimento contro la Chiesa cattolica e contro gli individui, le società e le istituzioni che abbiano convinzioni, posizioni e condotte coerenti con la teologia morale della Chiesa.  Adesso giudicate voi, senza filtri e senza l’ausilio dei pennivendoli di sinistra, può una del genere ricoprire il ruolo di vicepresidente del Paese più potente del mondo? Io non sono per niente tranquillo!


Giovanni Barbagallo

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