domenica 1 novembre 2020

Andare avanti a casaccio

Tralasciamo cose noiosette tipo la libertà e gli altri diritti inalienabili dell'individuo, che chiaramente interessano solo a me e a pochi stravaganti. Diciamo anche che non capisco – sebbene tema di capire benissimo. E mantenendo l'artificio retorico del cleuasmo, cerchiamo di procedere con logica. Correggetemi, vi prego, se sbaglio. Non più tardi di un mese fa la parola d'ordine condivisa da tutti – e avallata perfino dall'ondivaga Organizzazione Mondiale della Sanità – era “mai più lockdown”. Perché, si diceva, sono poco utili e causano danni socio-economici eccessivi. Dal momento che non si può sperare nella scomparsa improvvisa di un virus che circola ormai da mesi in tutto il mondo (esclusa l'Africa, a quanto pare) e che il “contagio zero” non esiste, persino nelle affermazioni dei suoi sostenitori l'unica reale funzione del lockdown è infatti di alleggerire provvisoriamente la pressione sulle strutture ospedaliere. Certo, magari andrebbe chiarito quali siano i parametri oggettivi in base ai quali il lockdown dovrebbe scattare o essere sospeso (numero dei morti? Percentuale dei contagiati sui tamponi? Giove in Ariete?), perché altrimenti viene da sospettare che tutto sia affidato al sentimento, all'isteria o al capriccio. Ma tant'è. Comunque sia, è parimenti chiaro a tutti che a un certo punto il lockdown deve pur essere sospeso, a meno di non volere tornare a vivere nelle caverne con un'aspettativa di vita naturale di 30 anni anziché gli 80 anni che costituiscono, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, l'età media dei deceduti positivi al virus. Occorre infatti lavorare e produrre per generare quel gettito fiscale con cui si paga, tra l'altro, la sanità stessa. Tuttavia, poco dopo aver allentato il lockdown, i contagi presto o tardi riprenderanno a crescere nuovamente. Seguendo la logica di questa strategia sanitaria, ciò implicherà la necessità di un altro periodo di lockdown, esaurito il quale seguirà inevitabilmente una nuova impennata di contagi. E così di seguito, a intervalli regolari, in cui si alternano fasi di lockdown a fasi di non-lockdown (non saprei come altrimenti definirle, dal momento che la normalità è evidentemente altra cosa) nelle quali si dovranno comunque rispettare rigidamente prescrizioni quali la mascherina sempre e ovunque, divieto di strette di mano baci e abbracci, ristoranti e bar chiusi alle 18 con non più di quattro avventori per tavolo, scuole piscine palestre e teatri sbarrati, contatti interpersonali a non meno di un metro uno dall'altro, ecc.. Tutto ciò fino all'avvento – termine non a caso di pertinenza religiosa – di un vaccino che potrebbe forse essere pronto tra sei mesi, o un anno, o anche mai. La domanda che umilmente pongo è: seriamente?


(Inoltre, penso che Conte, il PD e i Cinque Stelle debbano essere trascinati a processo per i loro crimini, assieme ai magistrati eversivi e golpisti.)


Piergiorgio Molinari

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