venerdì 6 novembre 2020

Gioco al massacro in usa

Per quattro anni, Donald Trump è stato l'oggetto di una demonizzazione senza interruzione, che va ben oltre l'antagonismo politico. In USA hanno cercato in tutti i modi di farlo fuori politicamente, con il Russiagate, con l'impeachment, è non ci sono riusciti. Poi è arrivato l'aiuto dalla Cina. Sì. Il paradosso è questo. The Chinese virus, come lo chiama Trump, ha dato ai suoi avversari un formidabile strumento, il voto per posta. Certamente si è usato prima, è in vigore da secoli, ma non in queste proporzioni, mai. Certo, non c'era mai stato il Covid-19. Appunto. E dunque, ecco l'asso nella manica. In una intervista fatta a settembre, il Procuratore Generale dello Stato, William Barr, spiegava come il voto postale si presti facilmente alla frode, all'imbroglio. E' una intervista che merita di essere ascoltata (ringrazio Marco Antonio Baldassarri di averla ripresa). A un certo punto  Barr dice, "Stiamo giocando con il fuoco. Siamo già un paese fortemente diviso, e se le persone devono avere fiducia nei risultati delle elezioni e nella legittimità del governo e si cerca di cambiare le regole, di usare questa metodologia molto aperta alla frode e alla coercizione è spericolato e pericoloso".


Sì lo è. Ma è una guerra. Una guerra culturale, una guerra che non ammette altro risultato se non l'annichilimento dell'avversario, in questo caso Donald Trump, che non doveva assolutamente vincere nel 2016. I suoi avversari, non lo hanno mai considerato legittimo da quel giorno. Loro sono così, i magnifici liberals. Tutti per i diritti umani, le pari opportunità, la libertà di espressione e di pensiero, nobili, oh così nobili nell'animo, ma quando sei dall'altra parte della barricata, se potessero seppellirti nella calce viva non esiterebbero a farlo. Trump non è un presidente come gli altri. E' il personaggio più anti-sistema che sia apparso sulla scena negli ultimi decenni. In quattro anni ha ridisegnato capisaldi sclerotizzati, ha affrontato di petto la Cina, ha fatto per Israele quello che nessun altro presidente aveva mai fatto, ha ridefinito la Corte Suprema a maggioranza conservatrice, ha rilanciato alla grande l'economia, ha detto agli alleati, alla vecchia Europa, rimettetevi in riga, non possiamo più farvi da balia. Lo ha fatto con il suo stile provocatorio, gradasso, totalmente anti-dipolmatico. E' stato ed è la più grande pietra di inciampo contro cui gli assetti consolidati sono inciampati. Troppo eversivo. 


William Barr ha ragione. Il paese si dividerà ulteriormente. Il passacarte di Obama resterà quello che è, un uomo incolore, privo di spessore, un travet della politica politicante di Washington. Un uomo facilmente influenzabile e manovrabile. Poteva, potrà, essere eletto solo con il voto postale, con un metodo che lascia aperte le porte a molte incognite, molti dubbi, molti sospetti. Si va dunque verso uno scenario altamente esplosivo di contrapposizione frontale senza precedenti nella storia del paese tra un presidente in carica e il suo antagonista.


Niram Ferretti

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