venerdì 11 ottobre 2013

Teste vuote

Porte aperte e teste vuote. L'umanità è salva e non dobbiamo più vergognarci ora che la clandestinità non è più un reato. E poi come fronteggeremo i flussi migratori, accoglieremo e basta? di Marcello Veneziani

L'umanità è salva e non dobbiamo più vergognarci ora che la clandestinità non è più un reato. E poi come fronteggeremo i flussi migratori, accoglieremo e basta? Intanto l'importante è sfasciare: la legge, le porte d'ingresso, il pregresso. Come se fosse dipeso da quella norma la tragedia di Lampedusa. E i confini tra chi è cittadino o immigrato regolare e dunque ha diritti e doveri e chi invece no? Si perdono nella notte mediterranea. Che dite, stracciamo pure i nostri documenti? Erano appostati come sciacalli, appena è accaduto, eccoli sul cadavere per sbranare la legge. Un Paese che manda un messaggio al mondo «da noi non è più reato la clandestinità» cosa si aspetta, se non altri flussi incontrollati? E l'Italia può decidere queste cose da sola, considerando che quei clandestini vogliono venire in Europa? Magari ora molti di loro ripiegheranno sull'Italia perché qui non c'è più una legge che frena gli sbarchi, c'è il Papa accogliente, c'è la Boldrake invitante e c'è un ministero ad hoc per incentivare l'immigrazione. La sinistra è una formidabile catena di smontaggio: è incapace di governare e avere un progetto positivo su come affrontare la realtà. In compenso sa smantellare, abolire, sfasciare il preesistente: famiglie, patrie, avversari, leggi, confini, realtà. Ma la cosa peggiore è l'uso barbarico della giustizia in questo Paese: le leggi si applicano, si modificano o si revocano secondo flussi emotivi, odi o passioni del momento, volontà punitive o umanitarie ad hoc. Adottano la legalità e l'illegalità a intermittenza.

Papa Francesco compra schede telefoniche per i migranti di Lampedusa. Francesco ha acquistato schede telefoniche internazionali da distribuire ai migranti per aiutarli a mettersi in contatto con i propri familiari nei paesi di origine di Luisa De Montis

Papa Francesco ha acquistato delle schede telefoniche internazionali da distribuire ai migranti presenti nel Centro di accoglienza di Lampedusa per aiutarli a mettersi in contatto con i propri familiari nei paesi di origine. Lo ha rivelato l’Arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, di ritorno dall’isola. Il prelato ha ringraziato il Santo Padre per l’attenzione riservata alla tragedia dei migranti morti in mare ed ai lampedusani dopo la visita avvenuta l’8 luglio scorso durante la visita pastorale che lo vide pellegrino nella maggiore delle Pelagie.

"In questi giorni, oltre ad avere pregato e fatto sentire alta la Sua voce sulla tragedia che ha visto il mar Mediterraneo trasformarsi in un cimitero per centinaia di innocenti, il Santo Padre ha voluto accompagnare la preghiera e le parole con gesti concreti di vicinanza rivolti, inviando, come è noto, il suo elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, per manifestare visibilmente la sua prossimità e per portare a ciascun sopravvissuto un aiuto per le esigenze più immediate", ha detto mons. Montenegro.

Che poi ha aggiunto: "Come segno della volontà del Santo Padre di dare seguito alle promesse fatte l’8 luglio scorso di una sua costante attenzione e vicinanza, in particolare verso i minori presenti nel Centro di prima accoglienza e identificazione ha chiesto che venga approntato uno spazio ludico, fuori dal campo, dove i minori possano trascorrere alcune ore al giorno in un clima di serenità e di pace. Dalla collaborazione fra Caritas, Save the Children, parrocchia San Gerlando di Lampedusa e Associazione Sportiva Atletico Lampedusa Libera sta per essere allestita una tenda-ludoteca sul terreno della Casa della Fraternità della parrocchia, luogo già messo a disposizione per l’accoglienza dei minori stranieri in occasione dell’emergenza del 2011".

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