Sanno solo dire: “ci vuole più Europa”
Bruxelles, per elargire la fregatura del Recovery Fund, vuole che l'Italia approvi un pacchetto di "riforme". Sono le "Country Specific Recommendations" indicate nei documenti dell'Eurogruppo. Le "riforme" che chiede l'Europa sono sempre le stesse: ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro (loro la chiamano "flessibilità"), nuovi tagli a salari e pensioni (loro lo chiamano "risanamento dei conti"), via libera ad altre privatizzazioni o svendita delle nostre aziende (loro la chiamano "competitività") e ovviamente cessione della residua sovranità nazionale (loro la chiamano "integrazione europea"). E qualora servisse spremere un altro po' gli italiani, per pagare le nuove tasse europee pensate per coprire i soldi del Recovery Fund (e noi restiamo contributori netti), potrebbe arrivare anche una bella patrimoniale. Il tutto, ovviamente, sotto il ricatto della BCE, che potrebbe da un momento all'altro cessare di acquistare i nostri titoli di Stato, con conseguente impennata dello Spread (ricorda qualcosa?).
Insomma, i principi cardine di Maastricht e di ogni letterina da Bruxelles, compresa la tristemente nota missiva di Draghi-Trichet del 2011, prodromo della salita al potere di Mario Monti. Ora, sono vent'anni e più che seguiamo questi dettami. A fine anno ci troviamo dati alla mano sempre più poveri, più deboli, più precari. Perdiamo posizioni e peso nel mondo, i risparmi degli italiani si affievoliscono, industrie e grandi marchi lasciano il Paese, cresce la disoccupazione e l'indigenza assoluta. Il sistema sanitario nazionale, assieme a quello scolastico, hanno mostrato in questi ultimi mesi tutte le loro ferite, dovute ai tagli indiscriminati eseguiti dai macellai al servizio di Bruxelles. Ma anche di fronte ai numeri impietosi di un epocale fallimento politico ed economico, la risposta della nostra classe politica collaborazionista (con media al guinzaglio) rimane sempre la stessa: più Europa! E si ricomincia daccapo, chiedendo agli italiani nuovi sacrifici e nuove dimostrazioni di gratitudine verso la sacra UE che, ancora una volta, li salverà da loro stessi.
Dalla bacheca di Matteo Brandi
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