mercoledì 6 gennaio 2021

Lo stupidamente corretto

Non si può più tacere: c’è una parte malata della società e completamente folle che vorrebbe imporci un mondo strampalato, alla rovescia, contro natura e contro ogni logica. La loro formuletta, prevedibile, scontata e violenta, è sempre la stessa: definire stereotipo tutto quello che da secoli è frutto di buon senso, e stravolgerlo, far diventare minoranze le maggioranze, trasformare le eccezioni in regole, cambiare il passato per controllare il presente ed il futuro. Ed ecco che sulla prima pagina di Cosmopolitan si sbatte la fotografia di una donna obesa e di colore con un titolo che fa capire che quella è salute, quando si sa benissimo che l’obesità è un problema medico. Guai a dire che si tratta di cattivo gusto: verremmo presi di mira come pericolosi oscurantisti.


La Pelosi, esponente dem degli USA, ha proposto l’abolizione dei termini “padre”, “madre”, “fratello”, “sorella”, “nonno”, “nonna”, ecc. perché (udite udite) giudicati “discriminatori” (sic!). Il deputato, anche lui, guarda caso, Dem, Emanuel Cleaver, ha inserito una nuova parola nella folle e distopica Neolingua dello stupidamente corretto, benedicendo i presenti con un Awomen (women = donne) aggiunto al canonico Amen, perché, secondo lui, grossolanamente ignorante, questa parola alludeva al sesso maschile (men = uomini), mentre si tratta di un termine ebraico che significa “Così sia”. Non sarà sfuggito lo strano modo con cui è stato allestito il presepe spaziale in Vaticano, più adatto alla saga di Star Wars che al Vangelo, e che toglie ogni tipo di identificazione ai personaggi della Natività.


Ci vogliono far sentire in colpa di essere uomini e donne, di riconoscere la bellezza: ed ecco che, alle ore dei pasti, come una medicina amara, due marche di assorbenti femminili ci propinano pubblicità televisive di dubbio gusto per imporci un modello assai discutibile. Si abbattono le statue di Colombo, perché per i soliti dementi, razzista, e addirittura si mette al bando Omero per la solita trita e folle motivazione di cui sopra. Si critica il film pluripremiato “Via col Vento”, perché schiavista, e “Grease”, perché, pensate un po’, John Travolta-Danny osa fare la corte alla bellissima Olivia Newton-John-Sandy (che misogino, sessista e, non guasta mai, fascista!). La Molisana ha avuto l’idea di celebrare la storia italiana attraverso vari tipi di pasta, ed arrivati agli anni Trenta (il governo legittimo dell’Italia di allora era quello Fascista), hanno pensato (ahiloro!) di creare le pennette rigate Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine: apriti cielo, i soliti folli hanno riversato le loro frustrazioni sul pastificio perché questa pasta per loro era troppo di retrogusto littorio.


La Molisana, intimidita da tanta violenza verbale, ha chiesto scusa ed ha ritirato il prodotto: colossale errore. Allora, secondo la grammatica italiana, “Amiche ed amici” è ridondante, in quanto il termine “amici” è già inclusivo del sesso femminile, come “fratelli”, sebbene, in ossequio al vento di forzata inclusione che soffia da ogni spiffero, la Chiesa abbia recentemente adeguato la liturgia prescrivendo di dire “Fratelli e Sorelle”. Senza contare chi scrive Amic*… La pazzia esiste, e, soprattutto in questo periodo, non prova nemmeno di sembrare logica. Basta. Ribelliamoci: due più due fa quattro, l’erba è verde in estate, dopo la notte arriva il giorno. Non abbiate paura di dire la verità. I pazzi sono loro.


Stefano Burbi

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